Statali: il governo convoca i sindacati. Cisl: scioperi stop. Cgil e Uil: si fanno

Sindacati convocati a palazzo Chigi per giovedì prossimo, e la Cisl sospende gli scioperi già proclamati. Ma la Cgil e la Uil: noi non li sospendiamo. Polemica Brunetta-Epifani

Statali: il governo convoca 
i sindacati. Cisl: scioperi 
stop. Cgil e Uil: si fanno

Roma - Il Governo convoca i sindacati a palazzo Chigi per giovedì prossimo, e la Cisl Funzione Pubblica sospende gli scioperi già proclamati. In una nota, la confederazione di via Po spiega: "Abbiamo quindi conseguito un primo importante obiettivo che ci eravamo prefissati fin dall’inizio della vertenza, e cioè quello di attivare con il governo un tavolo negoziale in cui trattare". "Queste sono le ragioni - afferma in una nota - per continuare il dialogo aperto con l’approfondimento dei contenuti del documento presentato dal Ministro, per poter raggiungere la definizione di una complessiva intesa con il governo e la conseguente sottoscrizione di uno specifico accordo".

Tarelli: "Raggiunto importante obiettivo" Con la convocazione di dopodomani, giovedì 30, "abbiamo quindi conseguito un primo importante obiettivo che ci eravamo prefissati fin dall’inizio della vertenza, e cioè quello di attivare con il Governo un ’tavolo negoziale in cui trattare", spiega il segretario generale dell’organizzazione, Rino Tarelli, nella nota. "Il Governo ha avviato anche il confronto sul nuovo modello contrattuale pubblico che potrà uniformare le importanti novità introdotte nel tavolo negoziale aperto tra Confindustria e Confederazioni per la riforma della contrattazione del settore privato. Queste - prosegue Tarelli - sono le ragioni per continuare il dialogo aperto con l’approfondimento dei contenuti del documento presentato dal Ministro, per poter raggiungere la definizione di una complessiva intesa con il governo e la conseguente sottoscrizione di uno specifico accordo. Vista questa disponibilità del governo sulla base degli ulteriori positivi sviluppi la Cisl Funzione Pubblica sospende gli scioperi regionali già proclamati in attesa dell’esito del confronto con il governo".

La Cgil e la Uil: gli scioperi si faranno La Fp Cgil resta ferma sulle sue posizioni e non segue la linea del dialogo costruttivo della Cisl: il segretario generale Carlo Podda afferma che non c’è "alcuna ragione per sospendere gli scioperi". Questo perché, spiega, "sono stati dichiarati sulla base di una piattaforma unitaria che chiedeva aumenti il più vicino possibile all’inflazione reale. Ci sono stati proposti aumenti che sono meno della metà dell’inflazione realisticamente prevista, quindi noi confermiamo gli scioperi interregionali previsti per il 3 il 7 e il 14 novembre. Ma la Cgil non abbandonerà il tavolo negoziale ed in quella sede valuterà nel merito l’eventuale evolversi della situazione".
E anche Uil-Flp e Uil-Pa sono sulle stessa posizione della Cgil. "Ci auguriamo - spiegano le due sigle - che nel corso dell’incontro si possano sciogliere i nodi ancora rimasti insoluti, al fine di consentire una rapida soluzione delle vertenze negoziali in atto. Precisiamo comunque che per la Uil Fpl e per la Uil-Pa gli scioperi già proclamati sono confermati, ma ci riserviamo ogni decisione solo dopo l’incontro con il governo, scaturito anche a seguito delle nostre iniziative di mobilitazione".

Polemica brunetta-Epifani A fare esplodere la polemica tra il ministro e Corso d'Italia un'intervista al quotidiano Il Riformista, nella quale Brunetta dice che "se ne frega" se la Cgil è contro il protocollo (in base al quale i lavoratori pubblici riceveranno dal prossimo anno 6 miliardi in più in busta paga), perché ha già il sostegno dei leader della Cisl, della Uil e dell'Ugl, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Renata Polverini. A replicare la segreteria della Cgil che chiede le scuse del ministro e bolla le sue affermazioni, che rivelano un certo "nervosismo", come "qualunquiste". In assenza delle scuse, dice la Cgil, non parteciperemo più ai tavoli". Il segretario della Fp-Cgil, Carlo Podda, rincara la dose: Brunetta, dice, "se ne frega di un'organizzazione che rappresenta 5 milioni di persone.

Il passaggio dal 'chi se ne frega' al 'me ne frego' di antica e inquietante memoria è molto breve". In serata arriva la precisazione del ministero nella quale si spiega che il 'chi se ne frega' era una "battuta scherzosa" e che "non c'é stata alcuna volontà di offendere o mancare di rispetto alla Cgil". 

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