Roberto Pruzzo è uno di quei centroavanti che non si dimenticano e che, forse raramente, è rimasto «strappato» ad un polpaccio e fermo per oltre un mese. Visto che siamo alle prese con il polpaccio birichino (si fa per dire) di Gilardino, viene a pennello unidea che Pruzzo ha per la testa e che esprime con grande sincerità.
Che idea hai, Roberto?
«A prescindere da Gilardino, ai miei tempi un giocatore aveva una voglia matta di giocare, di entrare in campo al più presto, di chiedere ai medici di farlo giocare, si sentiva legato alla maglia, alla squadra...».
Oggi, invece, Roberto...
«Oggi la mia sensazione è che questi giocatori, avendo quattro cinque anni di contratto, non hanno più lo stimolo, possono tranquillamente aspettare, tanto lo stipendio corre. Ai miei tempi se non giocavi, rischiavi di non aver il contratto lanno successivo... Capito comera la storia?».
Lo segui il «tuo» Genoa? È un po in crisi.
«Vengo spesso nel mio paese, Crocefieschi, il Genoa è la mia squadra, ero o non ero O Rey??? Bisogna stare attenti però, perché basta un niente per precipitare. Credo che la squadra sia ben dotata, abbia giocatori positivi, ma qualche volta anche se bravi girano poco fra di loro».
Può lassenza di un solo giocatore, ancorché importante, condizionare tutta la squadra?
«Se non tecnicamente, per il gioco che sa fare se ben integrato con quello dei compagni, è possibile».
Dunque finché non rientra Gilardino...
«Non dico questo, ma Marino dovrà trovare alternative. La squadra tutta dovrebbe reagire e sopperire al vuoto del bomber».
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