Lorenzo CortiTradizionalmente, in un portafoglio bilanciato, le obbligazioni svolgono una duplice funzione: da un lato, quella di fornire una base solida di redditività al portafoglio attraverso le cedole, e, dall'altro, di assicurarne una ampia diversificazione. Quest'ultimo aspetto è quello che si registra in occasione delle correzioni dei mercati che tendono ad alimentare gli acquisti di obbligazioni spingendone al rialzo il prezzo e, in tal modo, contribuendo ad attenuare le perdite complessive del portafoglio bilanciato. Considerando l'attuale congiuntura economica e il livello dei tassi, sono diversi i possibili approcci che si possono avere verso gli strumenti a reddito fisso.«Il primo è quello che possiamo definire tradizionale e consiste nell'utilizzo dei titoli di Stato come strumenti per garantire una base di redditività al portafoglio. Se da un lato è vero che i tassi sono bassi, lo stesso vale per l'inflazione. Le curve dei tassi potrebbero appiattirsi se l'economia dovesse rallentare: le scadenze lunghe sono di per sé più rischiose, ma in un portafoglio bilanciato continuano a svolgere la loro funzione» spiega Roberto Parazzini, responsabile Wealth Management di Deutsche Bank per l'Italia. I rendimenti dei Btp oscillano oggi dall'1,6% a dieci anni al 2,6% a 30 anni: rendimenti non eclatanti, ma comunque non proprio da disprezzare.A questo punto può essere aggiunta al portafoglio un po' di diversificazione valutaria, adottando una strategia analoga usando i titoli di Stato americani. Sulle stesse scadenze i rendimenti spaziano invece dal 2,1% al 2,9%, ma potrebbero beneficiare anche del dollaro forte. «Le politiche monetarie divergenti tra Usa ed Europa dovrebbero continuare a sostenere il dollaro, anche se una grande parte del movimento è già dietro le spalle», aggiunge Parazzini. L'utilizzo di obbligazioni high yield, che hanno rendimenti più elevati, deve essere gestito invece con parsimonia, in particolare per quanto riguarda le emissioni americane, data l'elevata rappresentanza del settore energetico. La preferenza va al mercato europeo. I tassi sono alti e probabilmente coprono il probabile aumento del rischio di default. Per le obbligazioni dei mercati emergenti invece è probabilmente ancora prematuro, specialmente se espresse in valuta locale.
Aumenti dei tassi negli Usae materie prime deboli tradizionalmente non aiutano, gli anni buoni del recente passato non sono stati usati per mettere fieno in cascina e i dati di indebitamento sono spesso peggiorati e con essi il rischio di credito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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