Lo striscione che ha già diviso anche Savona

I marò italiani detenuti in India «protagonisti» del consiglio comunale di Savona. Nella seduta di martedì pomeriggio il Comune savonese ha preso una posizione sulla questione dei due militari italiani: nessuno striscione fuori da Palazzo Sisto e un documento di sostegno condiviso. Ancora una volta, quindi, il Comune va contro la Provincia, che ha già affisso lo striscione di solidarietà per i due marò sulla facciata di Palazzo Nervi. Inizialmente gli ordini del giorno sui marò presentati in consiglio sono stati due, il primo da parte del consigliere Pdl Parino e il secondo da parte di Zunino (Rifondazione).
«Chiediamo che vengano esposte le foto dei due militari per sensibilizzare la solidarietà verso i nostri connazionali ingiustamente detenuti», ha esposto Parino. «È giusto che i due militari abbiano un processo equo e trasparente perché noi non possiamo giudicare con sicurezza quanto è accaduto - ha sottolineato nel suo documento Zunino -. Non sono d’accordo con l’esposizione delle foto perché ci sono molti nostri connazionali in situazioni anche più difficili. Non dimentichiamo poi che ci sono stati anche due morti». Come trovare un’intesa tra i due documenti? Il ruolo del Sarto di Panama è toccato alla pidiellina Romagnoli. «Dovremo fare tutti un passo indietro per riuscire a farne uno avanti - ha spiegato -. Non possiamo fare l’errore di presentarci separati su un ordine del giorno così importante». Il dibattito è proseguito per quasi due ore seguendo due filoni ideologici. A sinistra: nessuno striscione, nessun riferimento all’avere certezza che il fatto si sia compiuto in acque internazionali e solidarietà per le famiglie dei due pescatori indiani rimasti uccisi. A destra: striscione di solidarietà, certezza sulle acque internazionali e nessun accenno alle vittime indiane. La trattativa è proseguita a lungo, richiedendo anche due sospensioni del consiglio. Proprio quando sembrava tutto saltato, con i due tronconi pronti a votare ognuno il suo documento, è arrivata l’intesa, al sapore di maggioranza batte minoranza 3-0. I consiglieri di sinistra sono riusciti ad ottenere l’appoggio sui tre punti richiesti, facendo arrivare in votazione il documento unico, approvato poi all’unanimità.


Un altro acceso dibattito si è avuto sull’odine del giorno a favore dello ius soli portato avanti dal consigliere Vignola (Pd), passato poi con l’astensione dei consiglieri di centrodestra e il voto contrario del leghista Arecco. Gli altri punti affrontati dal consiglio sono stati: la surroga del dimissionario consigliere Pozzo (Psi, travolto dallo scandalo commissioni fantasma) con De Montis, l’Aurelia bis e il campo da Hockey di Legino.

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