Sui muri applausi a Tartaglia e stelle brigatiste

(...) Il giovane che stava disegnando una stella a cinque punte, simbolo delle Brigate Rosse, era in possesso di diversi volantini relativi alle attività dei centri sociali genovesi. Per lui è scattata una denuncia per imbrattamento di muri.
Resta invece ignoto l’autore di una scritta comparsa sempre la scorsa notte sui muri di Certosa inneggiante a «10, 100, 1000 Tartaglia», con ovvio riferimento all’aggressore di Berlusconi che ancora volta viene visto come un eroe da una parte della popolazione, nonostante i tentativi di buona parte del mondo politico di abbassare i toni dello scontro.
Il fenomeno delle scritte che incitano all’odio nei confronti degli avversari politici, delle istituzioni e delle forze dell’ordine è in continua crescita a Genova e molto spesso le stesse frasi minacciose non vengono fatte cancellare. Mai vengono neppure condannati questi gesti. Quello della sicurezza invece resta un problema da affrontare, ma ad esempio per il Comune è soprattutto l’occasione per sferrare nuovi attacchi al governo centrale. Ieri l’assessore Francesco Scidone, ad esempio ha annunciato la convocazione, per questa mattina, di una conferenza stampa per fare il punto sulla «mancata destinazione, da parte del Ministero degli Interni, di risorse per la sicurezza al Comune di Genova». Una richiesta a dir poco singolare dopo che, la scorsa primavera proprio l’assessore e il sindaco Marta Vincenzi rifiutarono l’invio dei militari a Genova in ausilio alle forze dell’ordine.

E poi, vista la decisione del ministro Roberto Maroni di destinare comunque gli alpini in città, si mostrarono assai «tiepidi» nei confronti degli stessi militari. Un comportamento esattamente contrario a quello dei cittadini che invece hanno accolto con grande entusiasmo e riconoscenza gli alpini. Ora però «cercano» l’aiuto di Maroni per la sicurezza.

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