Superfavorito La fiaba di «Millionaire» commuove il Kodak Theatre

È fiaba la parola giusta per «The Millionaire», ovvero come l’orfano d’una bidonville di Mumbai diventi ricco con l’omonimo gioco tv. È fiaba anche nella realtà: già coperto di Golden Globe e Bafta, venduto in 43 Paesi, il film britannico di Danny Boyle ha incassato 33 milioni di dollari solo negli Usa, avendo 10 nomination agli Oscar. Venerdì scorso, alla festa della Mont Blanc negli studios della Paramount, Andy Mac Dowell, Lauren Hutton e Susan Sarandon vedevano in «The Millionaire» il favorito al Kodak Theater. Ma non c’è film più lontano dal glamour hollywoodiano che quello girato dal regista di «Trainspotting». A differenza di certi spettatori, Danny Boyle non s’è disgustato dell’anarchia di Darhavi, la maggiore bidonville asiatica: «Adoro le città e Mumbai è la città estrema. Brulica di vita». È stato conquistato dalle doti degli abitanti: «Un tizio mi ricordava mio zio, un altro mio padre... Gente che vuole ciò che vogliamo noi: lavoro per vivere con dignità. Sono stati incredibilmente generosi e gentili». Per la cerimonia degli Oscar sono partiti da Dharavi, dove abitano, due degli attori del film: Azharrudin Ismaël, dieci anni, la cui casa è stata appena distrutta dal Comune, e Rubina Ali, nove anni.

Incontri che hanno fatto una forte impressione sul regista: «Vi parrò un hippy, ma in India si impara molto su se stessi». Ciò non gli impedisce di rallegrarsi delle nomination: «L’Oscar è il sogno di chiunque faccia cinema. Chi lo nega, mente. Eppure noi non ci pensavamo facendo il film».

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