Tendenze Con metano, Gpl e ibrido «taglio» fino a 5mila euro

La possibilità di usufruire di sconti più importanti rispetto a quelli garantiti per i veicoli convenzionali, vale a dire funzionanti a benzina o a gasolio, ha fatto impennare l’interesse nei confronti delle soluzioni più alternative. Gpl, metano e alimentazioni ibride possono assicurare un taglio netto sul prezzo di listino da 3.500 a 5mila euro, importi assolutamente sostanziosi che possono giustificare tutta questa attenzione. Si tratta in tutti i casi di soluzioni collaudate, che permettono di abbattere le emissioni nocive, ma che non possono essere acquistate al buio, poiché hanno alcune particolarità da non sottovalutare. Tra le tre soluzioni quella del Gpl è quella più apprezzata sul nostro territorio.
L’utilizzo di un’auto a benzina modificata per funzionare anche con gas di petrolio liquefatto è stato nel tempo incoraggiato da una rete di stazioni di rifornimento omogenea. Alla fine del 2008 erano infatti 2.351 i distributori, 200 dei quali in aree di servizio autostradali. Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna sono le regioni con un’offerta più capillare.
In termini economici la differenza nel costo chilometrico tra Gpl e benzina è quantificabile nel 40%, dato che un litro di «verde» costa in media 1,14 euro, mentre il gas è venduto a 0,57 euro, e il rendimento del motore non subisce particolari cali prestazionali. Per quanto riguarda la sicurezza, gli impianti di ultima generazione sono efficacemente protetti contro il rischio di esplosioni, e la parziale eliminazione della possibilità di parcheggiare in un posteggio interrato (si può scendere fino al -1) è la conferma. L’unica accortezza richiesta è quella di segnalare il tipo di alimentazione prima di imbarcarsi su un traghetto. Il metano, ma è più corretto chiamarlo gas naturale, è la soluzione che permette di ottenere il risparmio più elevato, anche se a prima vista il vantaggio non è evidente. Il prezzo alla pompa è di 0,89 euro, ma l’importo si riferisce a un chilo di gas, non a un litro. Un calcolo, che tiene conto del lieve incremento di consumo, porta a valutare nel 60% la differenza tra il costo chilometrico per un’auto a metano e la stessa che viaggia a benzina. Come per il Gpl il veicolo mantiene un serbatoio per il carburante convenzionale. E bisogna sottolineare che le possibilità di consumare benzina non sono remote, a causa di una ripartizione poco uniforme delle stazioni di rifornimento. In Italia sono solo 665 (8 in autostrada) e ben 108 di queste sono in Emilia Romagna, mentre ci sono regioni dove il gas naturale è quasi introvabile ed è del tutto assente in Val d’Aosta e in Sardegna.
Differente è la situazione in Trentino Alto Adige: qui le leggi locali consentono di montare colonnine di rifornimento collegate all’impianto domestico. Ce ne sono già più di 200. L’ultima opportunità è rappresentata dalle auto ibride: due motori, uno classico a benzina e uno elettrico. Il secondo interviene in soccorso del primo nelle partenze e in fase di ripresa, con l’obiettivo di ridurre i consumi.

I vantaggi si apprezzano soprattutto nell’uso urbano (non è un caso che molti taxisti abbiano scelto la Toyota Prius, l’ibrida più venduta), mentre quando si viaggia a ritmi più sostenuti il calo di emissioni e consumi è meno percettibile.

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