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Il Tg5 supera il Tg1 La sfida degli ascolti già strumentalizzata dall’opposizione

Loro sono un po’ come la luna: uno è crescente e l’altro è calante. Di norma, il Tg1 si acchiappa i telespettatori subito e poi va un tantino scemando. Perché è fortissimo sull’inizio ma poi si fa più lasco. Mentre l’altro, il Tg5, parte calmo ma poi si impenna, costruisce l’ascolto, «riempie il cinema». Si «sistemano» così, fronteggiandosi. Però domenica, è successo che il primo notiziario Mediaset ha superato il primo notiziario della tv pubblica. E ci è riuscito facendo scricchiolare la tendenza: premendo sull’acceleratore della cronaca «urgente» ficcata all’inizio. Ha trattato il caso delle gemelline scomparse mentre «gli altri», quelli del Tg1, si sono dilungati sulla vicenda dei rom. Avrebbe potuto essere solo una bella gara di share, invece si è trasformata in una querelle politica. Si è gridato allo scandalo perché il Tg1 di Augusto Minzolini è bollato come tg «pro Berlusconi» che quindi, evidentemente, è anche disposto a farsi battere dal concorrente perché «della casa». E non si ragiona mai, invece, in termini di Tg1 come combattente contro l’«8 a 1». Cioè come quell’unico contenitore che, (tolto Bruno Vespa che sta al centro) tenta di spalleggiare L’ultima parola di Gianluigi Paragone unica voce fuori coro nell’assoluta egemonia Rai della sinistra (sotto ostaggio dei vari Annozero, Ballarò, Parla con me, Report, Agorà, Che tempo che fa, In mezz’ora, Linea diretta).
Domenica il Tg1 delle 20 ha raccolto «solo» 5 milioni e 899mila telespettatori (22.05% di share) contro il Tg5 che ha totalizzato 6 milioni di telespettatori e il 23.37% di share. Batoste normali, di sfide normali. Casualità inevitabili. Come dimostrano i duelli che si sono consumati negli anni: nel 2007 il Tg1 è stato battuto dall’avversario Mediaset 3 volte, 19 volte nel 2006, 70 nel 2005, 14 nel 2004, 25 nel 2003... e si potrebbe continuare. Invece, stavolta, apriti cielo. Si è gridato allo scandalo politico dell’azienda pubblica messa alla mercé della tv commerciale. Che Minzolini lo faccia apposta a far vincere Mediaset e a indebolire la tv di Stato, facendole, secondo alcuni, «perdere credibilità»? Mario Orfeo (direttore del Tg2), per esempio ha attaccato: «Il Tg1 berlusconiano? È certo un tg filogovernativo».
Signorilissimo, invece, nel commentare la vittoria, ovvero, secondo gli avversari, lo «scandaloso sorpasso politico» l’avversario del «franco tiratore» Augusto, il direttore del Tg5, Clemente J. Mimun: «Ho troppa esperienza per abbattermi o per esaltarmi sui dati d’ascolto di un giorno, di una settimana, di un mese... L’imperativo è quello di fare un buon tg e noi lo facciamo. Comprendo bene lo stato d’animo di Augusto Minzolini. Da direttore del Tg1 io ho battuto il Tg5 50 mesi contro due e nonostante tutto ero sottoposto alle aggressioni continue del sindacato e delle fazioni politiche, nonchè da quella sorta di network che oggi si può identificare con Repubblica, Unità, Fatto, commentatori di Stampa e Corriere, Travaglio, Santoro, opposizioni e sindacati vari... Divertente: facevo il 31 per cento abbondante di share e rompevano le palle sulla qualità, ora sono tutti preoccupati per gli ascolti dell’ammiraglia, ridicolo.

La verità è che se non sei antiberlusconiano per loro diventi un nemico da abbattere. Inutile farsene un cruccio hanno sempre e solo ragione i telespettatori che da noi tutti pretendono completezza e qualità questa è la sfida».

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