Toyota In Usa 52 morti per i guasti, via a nuovi richiami

I manager di Toyota tornano a Capitol Hill, questa volta in Senato, per spiegare e chiarire i maxi richiami. L’audizione, la terza, arriva mentre la casa automobilistica giapponese annuncia un «aggressivo» piano di incentivi per spingere le vendite negli Stati Uniti e, soprattutto, a poco distanza dall’annuncio di una maxi-riparazione volontaria per circa 1,6 milioni di vetture in 90 Paesi a causa di una possibile perdita di olio al motore, ultimo episodio di una serie di infortuni che ha visto il gruppo ritirare quasi nove milioni di vetture per problemi ai freni e al pedale dell’acceleratore. Nella testimonianza depositata per l’audizione in Senato Shinichi Sasaki, il manager Toyota a cui fa capo la qualità, afferma: «Abbiamo rigorosamente testato le soluzioni per i recenti richiami e riteniamo che le vetture Toyota sono fra le più sicure sulla strada». Ma le spiegazioni fornite non soddisfano i senatori statunitensi. «Siamo tutti qui oggi perché sappiamo che qualcosa è andato terribilmente storto» afferma il senatore Jay Rockefeller aprendo l’audizione e criticando anche il lavoro svolto dalla Nhtsa, l’agenzia per la sicurezza stradale americana, che è stata troppo lenta nei richiami. Al governo Usa sono stati denunciati 52 casi di persone uccise per colpa dei guasti all’acceleratore delle vetture Toyota. I feriti invece sarebbero 39. E l’amministrazione Obama sta considerando la possibilità di rendere obbligatorio un sistema frenante di emergenza per tutti i veicoli.

Intanto il numero uno del gruppo giapponese, Akio Toyoda, dopo il doppio passaggio di scuse in Usa e Cina, valuta se proseguire il pellegrinaggio riparatorio anche in Europa, dove è stato tra l’altro appena annunciato il richiamo di 52.902 Prius per i problemi al software dei freni.

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