Dal tribunale al palco, il dramma dell’amianto

Dal tribunale al palco, il dramma dell’amianto

Attuale che più di così non si può. Dopo la sentenza storica del Tribunale di Torino che lunedì ha condannato a 16 anni i due proprietari della «Eternit», la grande holding svizzera dell’amianto a Casale Monferrato, per disastro doloso e omissione dolosa di misure antinfortunistiche, dopo 1.830 morti per aver respirato il micidiale polverino d’amianto, la tragedia di ciò che è successo a Casale sale sul palcoscenico con «Malapolvere. Veleni e antidoti per l’invisibile». Liberamente tratto dal libro «Mala polvere» di Silvana Mossano, lo spettacolo sarà in scena al Teatro Duse dal 22 al 26 febbraio, con Laura Curino nei panni dell’attrice protagonista che insieme a Lucio Diana ha firmato la regia.
Quindi lo spettacolo. Laura Curino torna ancora una volta al teatro di narrazione sotteso da una forte tensione etico-sociale per raccontare, sul filo dell’omonimo libro di Silvana Mossano decenni di storie dolorose, che hanno avuto il loro epicentro a Casale Monferrato, dove tra il 1906 e il 1986 la «Eternit» produceva un composto di cemento e amianto, che da lei prese il nome, molto usato in edilizia a causa del suo basso costo. Da testimone diretta, la casalese Mossano rievoca - attraverso la voce di Laura Curino - la storia degli abitanti della sua città, costretti a passare dall’euforia dell’espansione economica alla tragedia causata dagli effetti cancerogeni della «mala polvere» d’amianto.
I primi sintomi banali e insignificanti della malattia. Il sospetto di essere vittime di «malasorte». La tempesta che nelle famiglie si scatena quando arrivano loro addosso le diagnosi irreversibili di mesotelioma, asbestosi e tumore polmonare. Storie di operai, ma anche di cittadini che vivono intorno alla fabbrica. Un’epidemia che provoca migliaia di morti e che, con lo sviluppo economico, si estende anche altrove: a Cavagnolo in provincia di Torino, a Rubiera nell’Emilia, a Bagnoli di Napoli e in tanti altri posti ancora.
«Ci sono persone che raccolgono l’eredità di chi non c’è più e la mettono al servizio di chi non c’è ancora e raccontano altre storie - spiega Laura Curino -. Storie meravigliose e appassionate, storie generose, storie arrabbiate, storie di progetti, di futuro. Storie che attraversano Italia, Francia, Spagna, Gran Bretagna, Svizzera, Stati Uniti, Brasile, Messico, storie che sono rimedi potenti contro le paure, le inedie, le solitudini, la confusione e il turbamento dei sopravvissuti. Storie di gente che cerca nella giustizia, nella scienza, e anche nella gioia, gli antidoti alle male polveri delle coscienze.

Persone che amano chiamare le cose con il loro nome e che rendono a tutti - me compresa - meno difficile l’aprire gli occhi e smetterla di imitare gli struzzi, mettendo la testa sotto la “malapolvere”. Anche a loro è dedicato questo lavoro».

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