Premessa maggiore: un anno fa, quando si votò per le elezioni comunali, Enrico Musso candidato sindaco di Genova veniva qualificato come «giovane» per il solo fatto di avere 45 anni. Alla stessa età, più o meno, Barack Obama è stato eletto presidente degli Stati Uniti dAmerica. Così come, prima di lui, Bill Clinton.
Premessa minore: qualche mese fa, il nostro Vittorio Sirianni - che resta insieme a Franca Brignola di Telegenova il migliore raccontatore della città, straordinario nella sua semplicità - firmò un programma televisivo intitolato: «I miei primi settantanni», dove dava la voce ai veri padroni della città, quasi tutti settantenni.
Ma, nonostante premessa maggiore e minore, manca il sillogismo. Cioè, le notizie che vi ho dato vanno interpretate in chiave puramente statistica. Anche perchè ci sono ventenni debosciati e ci sono ultrasettantenni - in alcuni casi anche molto ultra - che hanno la forza danimo e il carattere di un ragazzino. Penso a tanti nostri lettori che mi chiamano qualificandosi con lanno di nascita, in tanti casi anteriore al 1930. Ma con un entusiasmo, una forza e un calore unico. Penso a una signora che, qualche giorno fa, mi ha ringraziato commossa per un articolo in cui sferzavo il centrodestra, in cui lei crede moltissimo, poco ricambiata. Oppure, penso ad Assuntina Laviosa, che ci ha tenuto a regalarci lelogio dellottimismo contro i gufi della crisi. Penso a Sara Castiglioni, un elettroshock di entusiasmo ogni volta che alza la cornetta, capace di farti innamorare al telefono per la sua passione e perchè crede in ciò che dice. Penso a Gibì De Paoli, che è quasi uno sberleffo vivente alla carta di identità, una dimostrazione che letà biologica non corrisponde a quella anagrafica. Penso a Roberta Simonazzi, tanto ciarliera quanto forte e coraggiosa. E potrei fare decine e decine di nomi di over 50, da Merello a Pittaluga, passando per tanti altri, che rafforzano il concetto. Amici, prima ancora di essere lettori.
Ma il concetto mi sembra chiarissimo.
Insomma, non è letà che fa il coraggio, la passione, la forza. Ma, certo, fa piacere vedere anche a Genova una generazione di quarantenni che si sta imponendo con la forza delle idee: dal presidente del Porto Luigi Merlo a quello degli industriali Giovanni Calvini, ben supportato dal suo alter ego Francesco Berti Riboli che ha qualche anno in più e qualche capello grigio che fa tanto George Clooney, ma che comunque è figlio di quella generazione. Oppure, penso ai giovani raggruppati attorno a Filippo Delle Piane o a Michele Parodi fra i costruttori. Gente fresca, pronta, sveglia. Capace di costruire. Non solo di distruggere, come la generazione dei loro padri. E non mi riferisco ai loro padri reali, ma a tutti quelli che potrebbero esserlo. Mi ci metto anchio, insieme a tanti giovani colleghi nellinformazione, oppure dei veri lottatori sui valori e sulle idee come Eraldo Ciangherotti.
Insomma, unaltra Genova, unaltra Liguria è possibile. Agli under 40, a noi under 40, un compito: lottare perchè andiamo bene noi e le nostre aziende.
Già questa sarebbe la rivoluzione capace di cambiare Genova. E di far rinascere una città e una regione davvero Superbe. Con qualche serio argomento per esserlo, soprattutto.
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