«Tutto un complotto, ma io li perdono»

I legali del frate rinchiuso in carcere: «Dimostreremo la completa estraneità ai fatti»

Un complotto, una vera e propria macchinazione, maturata all'interno della stessa Oasi francescana che padre Fedele Bisceglia ha fondato a Cosenza e che negli ultimi anni ha ospitato centinaia di immigrati e poveri senza fissa dimora: l'avvocato difensore del frate francescano arrestato lunedì scorso con l'accusa di avere violentato una suora, esplicita i termini di quel complotto di cui ha già parlato padre Fedele, per spiegare i veri motivi del suo arresto, nel corso dell'interrogatorio cui è stato sottoposto martedì scorso in carcere.
Del presunto complotto ordito contro padre Fedele farebbe parte anche la stessa suora che ha riferito di essere stata vittima delle presunte violenze sessuali. «Il tutto - aggiunge il legale - per motivi non legati assolutamente a fatti di sesso ma di potere all'interno della struttura fondata e diretta dallo stesso frate francescano».
Il legale non ha reso noti i motivi che sono alla base del complotto e dei dissidi che avrebbero portato, secondo la sua ricostruzione, alla denuncia presentata dalla suora tre mesi dopo che aveva lasciato l'Oasi francescana. Le ipotesi del difensore di padre Fedele gettano, in ogni caso, una luce nuova ed aprono squarci dagli sviluppi imprevedibili nella vicenda che ha portato all'arresto di padre Fedele. Gli interrogativi su questa vicenda a questo punto si fanno pressanti. Qualcuno ha voluto che padre Fedele finisse nel tritacarne di uno scandalo per estrometterlo dalla gestione dell'Oasi francescana?
Intanto dalla cella numero 9 del carcere di Cosenza padre Fedele «perdona» tutti: «Il primo perdono va alla suora che mi accusa, che mentendo ha detto ogni sorta di male contro di me.

Cara suora ti perdono come Cristo ha perdonato i suoi crocifissori. Tu sai che hai calunniato un uomo peccatore sì, ma accanto ai poveri e rispettoso di donne e uomini».
Poi un ultimo appello: «Andrò all'attacco per difendere la mia innocenza».

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