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In tv Messaggi diseducativi

Fossero stati finti era lo stesso, ma avevano l’aspetto di essere maledettamente veri e questa è un’ulteriore aggravante. Ero a cena da amici, sabato sera e la TV, ignorata da tutti, occhieggiava inutilmente accesa su «Ciao Darwin». Come noto ai cultori si tratta di un viaggio che Bonolis e Laurenti conducono alla ricerca dei caratteri antropologici dominanti nel terzo millennio. La sfida vedeva la squadra dell’Amor Sacro contro quella dell’Amor Profano, insomma i fedeli contro i lussuriosi.
Bonolis è un vero professionista e, annunciando che nella prova del coraggio «vi giuro che in televisione non si è mai visto nulla di simile», oltre tutto fatto da due donne, riesce a catturare l’attenzione di un paio di amici che, depongono le armi (coltelli e forchette) alzando il volume dell’apparecchio e coinvolgendomi nella visione di quello che lo showman definisce più o meno «il lastrico dell'inferno. Subito dopo la pubblicità». La prima donna appartiene alla squadra di quelli che credono nelle sempre più rare forme di amor cortese e casti baci. Sarà ma, accettando la temibile prova, intanto si spoglia agevolmente. Nulla di male per l’amor di Dio, anche l’amor sacro vuole la sua parte di voyeurismo. Bonolis informa la giovane casta che dovrà salire su una scala e fin lì l’inferno non si vede. Quando però, aperto un lucchetto, la donna si trova in piacevole compagnia di un gruppetto di topolini, getta la spugna tra lacrime, sudore, ansia e pupille midriatiche (aperte per il terrore). «No, i topi no, non ce la faccio». Tanti saluti e scuse alla squadra. «E questo è niente» soggiunge Bonolis alla rappresentante dell’amor profano che si spoglia (con nonchalance) e sale decisa la scala. Si vede subito che è una tosta perché, quando arriva nella saletta frequentata dai simpatici roditori, fa semplicemente una smorfia, ma niente manfrine. «Il bello ha da ven셻 la pungola Bonolis e quella prende la chiave del prossimo lucchetto spostando gentilmente un topolino. Seconda sala, dove stavolta sono ospiti alcuni pipistrelli appesi a capo in giù. E qui Bonolis dà il meglio di sé. «Attenta a non strusciare la pelle del corpo sulle ali dei pipistrelli. Sono ematofagi (e spiega che succhiano il sangue) e basta un morso…ed è fatta». I nostri vecchi erano ottimisti quando ci dicevano che, se un pipistrello ti faceva la pipì sul capo, perdevi i capelli. Roba da niente, contro questi vampiri dal morso letale. La virago procede, stando attenta a non finire la giovane vita in un programma di mezza estate ed entra nell’ultima sala dove ci sono terribili rapaci, capaci «di spolpare corpi» a beccate. In realtà sono falchetti (gheppi) lunghi una spanna che guardano la tipa con lecito sospetto e terrore.
Insomma una trasmissione di altissimo impatto culturale.

Sia chiaro, non che da un format adatto al pubblico estivo del sabato sera, ci aspettiamo una lezione magistrale sull’utilità dei pipistrelli che, per quei pochi che sono rimasti, mordono zanzare e al massimo qualche pezzettino di frutta, ma presentare, come l’orrido degli orridi, dei topolini assonnati e dei falchetti intimoriti, non mi sembra un messaggio opportuno. Se, in una serata estiva, dovesse entrare un pipistrello in casa che si fa, si spara mentre si chiama il ministero della Difesa al telefono, o si spalancano le finestre perché esca a catturare le sue prelibate zanzare?

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