Da Twitter a Kayak, ecco la lista delle promesse

Quali saranno le prossime Ipo dopo Facebook? In pole position dovrebbe, a logica, esserci Twitter, il social network dei messaggi veloci via telefonino. Eppure secondo gli analisti il suo business e i suoi 100 milioni di utenti ancora non bastano per entrare in Borsa. Twitter, insomma, è molto popolare e di moda. Viene usato da personaggi famosi come Lady Gaga, però non riesce ancora a «monetizzare» i suoi utenti. Non c’è dubbio, infatti, che dal telefonino sia piuttosto difficile prestare attenzione alla pubblicità.
Il risultato è che persino Procter & Gamble, che è uno dei maggiori investitori pubblicitari degli Stati Uniti, non ha pianificato su Twitter nella sua ultima campagna da 150 milioni di dollari. Ce l’ha fatta invece Yelp, il sito delle recensioni di ristoranti online che nel primo giorno di quotazione, il 2 marzo scorso, ha visto le sue azioni salire del 64%. E dopo due mesi in Borsa, non certo facili, la performance è salda: ieri valeva 21 dollari, contro i 14 dell’Ipo. Oltre a Twitter, sul fronte delle società tecnologiche, scaldano i motori altre realtà, praticamente tutte nel campo dei servizi online. In attesa di tempi migliori per una possibile quotazione c’è Party City, il maggior sito retail per addobbi e materiale vario per feste di tutti i tipi: da Natale ad Hallowen passando ovviamente per matrimoni e compleanni. In lista di attesa c’è Amc Entertainement che vende biglietti di cinema e teatri online per tutte le città americane, Kayak Software attiva sul fronte dei viaggi, e Exact Target, che fa email marketing in tutto il mondo. Ma, certo, approdare al listino non sarà facile. La crisi economica peserà sui conti di queste società. Anche se ormai il fenomeno delle Ipo, ossia delle nuove società quotate in Borsa non è più soltanto statunitense. In Cina, infatti, sul listino di Shanghai, si sono quotate diverse società che operano però soltanto su quel mercato. C’è anche un’altra via all’Ipo, come ben sanno Gowalla e Instagram, i social network delle foto, che hanno venduto il loro business a una società più grande di loro. Nel caso in questione, si trattava di Facebook, che ha comperato anche un «pezzettino» di Italia con Glancee, un’applicazione per tablet e smartphone ideata da due italiani, Andrea Vaccari e Alberto Tretti, che permette di trovare, nelle vicinanze di dove si è, persone che abbiano gli stessi interessi o amici in comune. La vendita al gigante buono e generoso è il sogno nel cassetto.

In questo momento, infatti, molti giovani neolaureati, sapendo bene di non poter contare su un posto di lavoro, si stanno spremendo le meningi per creare qualcosa di nuovo online da vendere al miglior offerente. Quanto agli Usa, la lista delle possibili Ipo è ancora lunga e include Dropbox, Gilt Group, Workday, Spotify e Glam Media, il pioniere dei media online.MC

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica