Unicredit prova a stupire: utili raddoppiati

Vincenzo De Bustis torna in Italia e in Puglia: in questi giorni sta chiudendo la trattativa per approdare alla Banca Popolare di Bari. Il banchiere, già al vertice del Monte dei Paschi nei primi anni Duemila e poi numero uno in Italia alla Deutsche Bank, da tre anni ha scelto di dedicarsi al private equity da Londra. Un progetto che continuerà a portare avanti ed ad ampliare. Ma De Bustis ha anche sempre detto che non sarebbe stato per sempre a Londra. Così è ora arrivato a un passo dalla nuova avventura nella banca cooperativa barese. Un’occasione offerta dal presidente Marco Jacobini per tornare nella regione da cui 15 anni fa è partita la cavalcata di De Bustis nel mondo della grande finanza. Allora si trattava di Lecce e della Banca del Salento, poi rilevata da Mps e divenuta Banca 121: una delle prime banche della new economy che De Bustis lanciò scegliendo Sharon Stone come testimonial. Ma in realtà a Siena De Bustis aveva provato a fare una grande banca del centro-sud tramite la fusione con la Bnl. Un progetto saltato per aria per questioni politiche, con De Bustis bollato come banchiere «rosso» anche per la sua amicizia (mai negata) con un altro pugliese come Massimo D’Alema. L’esperienza senese è finita anche per le pressioni, ancora politiche, seguite alle denunce dei risparmiatori su due prodotti («My Way» e «4 You») di Banca 121. Anche se poi i tribunali civili interessati hanno confermato la loro regolarità.
Ora la Popolare di Bari, dove De Bustis potrebbe essere ad o direttore generale, ma in ogni caso assumere le deleghe operative, è la sfida di una nuova banca del Sud.

Una realtà autonoma, con un azionariato legato al territorio e politicamente trasversale, in grande espansione anche verso altre regioni: dopo un recente aumento di capitale da 200 milioni, ha da poco rilevato la Cassa di Risparmio di Orvieto e 47 sportelli messi in vendita da Intesa Sanpaolo.

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