Il deputato di New York Anthony Weiner, 46 anni, un democratico coinvolto in uno scandalo a luci rosse, ha annunciato oggi le proprie dimissioni dal Congresso degli Stati Uniti, in una affollatissima conferenza stampa in un centro anziani di Brooklyn. Marito fedifrago con una passione per il web, Weiner è probabilmente la prima vittima politica dei social network: tutto è nato infatti per uno stupido errore tecnico su twitter, il popolare servizio di micro-blogging circa tre settimane or sono, durante le quali si sono moltiplicate le pressioni politiche e i colpi di scena, scatenando la stampa Usa. "Voglio scusarmi ancora una volta per i miei errori personali - ha detto Weiner, che ha parlato per soli quattro minuti e non ha risposto a nessuna domanda - e per i danni che ho causato, in particolare a mia moglie Huma" Abedin, una stretta collaboratrice del segretario di Stato Usa Hillary Clinton. Alla fine di maggio, l’uomo che puntava a diventare sindaco di New York, invece di mandare ad una sola giovane ragazza una foto del suo boxer grigio (dietro al quale si indovinava un pene eretto), ha inviato l’immagine imbarazzante a tutti i suoi seguaci su Twitter, cioè circa 50 mila persone, per poi accusare (ovviamente a torto) un misterioso hacker. Per Weiner (e soprattutto per la giovane moglie Huma Abedin, che è incinta) sono state tre settimane d’inferno, culminate nelle dimissioni odierne. Da un lato si sono moltiplicate le pressioni del mondo politico, culminate con un chiaro suggerimento a dimettersi anche da parte del presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Dall’altro, giorno dopo giorno sono emersi nuovi dettagli dei contatti che Weiner aveva attraverso i social network, spesso con ragazze giovani e carine, con scambi di battute in alcuni casi ad elevato contenuto erotico. In poco tempo il deputato è diventato lo zimbello dei tabloid, anche perche il suo nome si presta. Negli Usa Weiner si pronuncia Wiener (uiner, ndr.), che significa non solo wurstel ma anche pene in ’slang’ americano. Per non parlare delle foto: le più imbarazzanti sono quelle emerse nei giorni scorsi, prese dallo stesso deputato con il BlackBerry nella palestra del Congresso. Weiner a torso nudo, depilato, coperto soltanto da un asciugamano, la mano destra sul ’paccò. La stoccata finale è venuta ieri, quando Ginger Lee, una giovane ex pornostar bionda, lo ha accusato di averle suggerito di mentire sul carattere a luci rosse dei messaggi che si scambiavano. E per un politico mentire o chiedere di mentire è imperdonabile negli Stati Uniti. Non solo: la Lee, che a dir vero sembra soprattutto volersi fare pubblicità come spogliarellista, lo ha accusato di averle mandato messaggi espliciti del tipo "ho bisogno di valorizzare il mio ’paccò", al quale lei sostiene di non avere risposto, interessata soprattutto alle tematiche sociali difese dal deputato. Dal centro di riabilitazione dove è stato in cura per diversi giorni Weiner non ha smentito le parole di Ginger e non l’ha mai citata nella conferenza stampa.
Larry Flynt, re dell’industria pornografica americana, ha offerto un posto di lavoro «serio» nell’ambito del suo impero editoriale al parlamentare democratico Anthony Weiner, che si è dimesso ieri dal Congresso Usa dopo lo scandalo delle sue foto a luci rosse finite su Twitter. Lo ha riferito il sito TMZ.com. "Dopo aver appreso delle dimissioni così rapide a cui è stato costretto dal suo incarico parlamentare, le vorrei offrire un posto alla Flynt Management Group, LLC, nella nostra divisione Internet» ha scritto Larry Flynt rivolto al congressman di New York. «Non è uno scherzo - ha poi precisato - Sono deciso a pagarle il 20 percento in più del suo ex stipendio da parlamentare, e mi impegno a garantirle la stessa copertura assicurativa". Democratico convinto, e strenuo difensore della libertà di espressione (qualità che ispirarono nel 1996 un film di Milos Forman, ’The People vs.
Larry Flynt’), l’imprenditore multimilionario ha poi dichiarato, sempre rivolto a Weiner: "Penso che le sue dimissioni sbagliate siano l’esempio di una pressione politica ingiustificata e dell’ipocrisia che hanno invaso la democrazia a Washington"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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