Una cosa è indubbia. Tra le tappe obbligatorie del Vinitaly 2012 c'è quella presso il grande stand della Regione Puglia, nel padiglione 10. Per la cronaca sono 125 le aziende rappresentate (elenco completo su www.vinidipuglia.com) mentre un ricco programma di incontri, degustazioni, workshop, laboratori, light lunch - messo a punto dall'assessorato alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, in collaborazione con Unioncamere Puglia - animerà le giornate espositive. La sosta è doverosa perché la Puglia è una regione che solo ora sta scoprendo le proprie effettive potenzialità.
Gli esperti concordano su questo aspetto: negli ultimi anni si è assistito alla rinascita - o forse alla nascita - di due grandi zone vitivinicole come Castel del Monte e Gioia del Colle, all'affermazione in modo definitivo della zona di Mandria e alla creazione di un nuovo stile di vino mediterraneo. Fatto certo di grande potenza alcolica, ma anche di equilibrio, frutto e freschezza. Insomma, la Puglia si sta dimostrando un vero e proprio laboratorio permanente, come sarebbe stato difficile immaginarsi anche solo dieci anni fa. Un risultato che ha fatto piazza pulita di luoghi comuni e antichi pregiudizi. «Il sistema vitivinicolo pugliese, negli ultimi anni, ha raggiunto traguardi che onorano la storia e il talento dei nostri viticoltori - afferma l'assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Dario Stefàno (nella foto) -; lo dimostrano i tanti riconoscimenti ricevuti dalle nostre produzioni enologiche nel 2011, a livello nazionale e internazionale, che hanno ulteriormente irrobustito la affermazione del brand Puglia. Un brand simbolo in tutto il mondo di gusto, qualità e sicurezza alimentare e che con l'incoronazione del Primitivo tra i migliori vini d'Italia abbattono definitivamente il falso tabù della vocazione al taglio dei vini della nostra regione».
In effetti, le guide enologiche hanno riconosciuto l'ottimo momento: ben dieci etichette hanno ricevuto i prestigiosi «Tre Bicchieri» del Gambero Rosso e si tratta di un vero exploit considerando che le principali annate in degustazione, la 2008 e 2009, sono state particolarmente difficili per il negroamaro e per la zona - il Salento - in cui questo vitigno si esprime al meglio. E ancora più importante che alcuni dei migliori risultati ottenuti in questa zona provengano da aziende giovani o da grandi strutture ma capaci di seguire al meglio i vini in cantina. Ci sono due cifre significative del percorso sin qui compiuto come spiega ancora l'Assessore alle Risorse Agroalimentari. «La prima è il +16,2% delle esportazioni nei primi nove mesi del 2011, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, nella categoria dove eccelle la perfomance dei nostri vini di qualità. Un risultato simbolo della Puglia caparbia, che si ostina a investire in percorsi di crescita nonostante la congiuntura negativa. La seconda cifra si riferisce invece a un altro traguardo della scorsa stagione: abbiamo superato il 40% in vinificazione di qualità Doc e Igt». Il futuro? «Proseguiamo a grandi passi verso il traguardo del 50% che ci siamo prefissi per il 2015 - conclude Dario Stefàno - un traguardo che traduce l'ambizione del nostro comparto a puntare sulla qualità.
In definitiva, il vero successo è che si inizia davvero a parlare di territorio e non più di singoli produttori o di vini unici.
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