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Vertice Ue, intesa in 5 punti con la Polonia

Raggiunto compromesso preliminare con la Polonia: il sistema di voto cambierà nel 2014. A dichiararlo sono fonti europee, dopo una giornata dominata da incontri tra Kaczynski, la tedesca Angela Merkel e il francese Nicolas Sarkozy. Il presidente polacco aveva detto: "Non abbiamo fretta"

Vertice Ue, intesa in 5 punti con la Polonia
Bruxelles - Il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente polacco Lech Kaczynski avrebbero trovato un "compromesso preliminare" per risolvere le obiezioni di Varsavia sul voto a doppia maggioranza. Secondo fotni diplomatiche del Consiglio europeo, si tratterebbe di "un’intesa" su un piano in cinque punti. Lo hanno riferito fonti diplomatiche al Consiglio europeo. Se approvato dai leader dei Ventisette, il piano dovrebbe rimuovere il principale ostacolo all’intesa sul mandato da assegnare alla Conferenza intergovernativa che dovrà redigere il nuovo trattato. Solo qualche ora fa, il presidente polacco Kaczynski era deciso a non cedere.

Il compromesso Il compromesso prevederebbe il mantenimento del sistema di voto del trattato di Nizza fino al 2014, e l’applicazione permanente del "compromesso di Ioannina". Lo scopo è mitigare l’effetto svantaggioso per Varsavia del sistema di voto a doppia maggioranza, previsto nella costituzione e che entrerebbe in vigore dopo il 2014.

Gli incontri della mattina Questa mattina, dopo ben due incontri bilaterali con la Germania, attualmente alla presidenza dell'Ue, secondo quanto dichiarato da un diplomatico polacco, il compromesso illustrato ieri notte a Kaczynski da Merkel e dal presidente francese Nicolas Sarkozy rappresenta soltanto uno "slogan" che potrà facilitare una soluzione solo "se si aggiungono dei parametri aggiuntivi".

La proposta polacca La Polonia ha proposto il rinvio dell’applicazione del sistema di voto a doppia maggioranza (55% degli Stati e 65% della popolazione), previsto dalla Costituzione Ue del 2004, al 2020, in modo da mantenere la ripartizione dei voti favorevoli a Varsavia per i prossimi due round negoziali sul bilancio Ue (2014 e 2020). Altre fonti diplomatiche riferiscono anche che Kaczynski abbia chiesto l’abbassamento del numero di Paesi necessari per formare una minoranza di blocco (da 5 a 4) e altre misure di "salvaguardia".

Il rinvio, pessima soluzione Secondo il premier lussemburghese Jean-Claude Juncker un rinvio al 2020 "sarebbe una soluzione pessima". Fonti austriache hanno suggerito che un compromesso potrebbe essere trovato intorno ad un rinvio al 2014, rispetto alla tabella di marcia attuale, che prevede l’entrata in vigore del Trattato Ue nel 2009.

Il compromesso di Ioannina Ieri sera Sarkozy e Merkel hanno illustrato a Kaczynski il contenuto della formula di "Ioannina", già contenuta nel Costituzione europea del 2004. Il compromesso, che risale all'idea di un diplomatico belga durante il Consiglio europeo del 1994, salvaguarda i Paesi che non sono d’accordo con una decisione a maggioranza qualificata: se i contrari non raggiungono, ma sono vicini a formare una minoranza di blocco sulla decisione, possono riaprire la discussione in seno al Consiglio Ue. Qualora, dopo un "periodo ragionevole", gli Stati membri non siano riusciti a trovare un consenso più ampio, la decisione viene approvata con una maggioranza qualificata "rafforzata".

Il sistema è stato messo in soffitta dal Trattato di Nizza del 2000, che ha rivisto tutti i meccanismi di voto all’interno dell’Ue, ma è stato poi recuperato nel Testo costituzionale bocciato dagli elettori francesi e olandesi nel 2004.

Non c'è fretta per l'accordo La Polonia, tuttavia, continua a tenere duro: il diplomatico della delegazione di Kaczynski ha parlato di un "interesse crescente" per le proposte polacche, e ha sostenuto che Varsavia non ha fretta di trovare un’intesa. Arrivando perfino ad evocare lo scenario peggiore per la maggioranza degli altri Stati membri, ossia che il vertice si concluda con un fallimento e che del nuovo Trattato Ue "se ne riparli tra sei mesi".
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