Seb Vettel aveva liride disegnata sul casco, tanta era la certezza mondiale. Però festa rinviata. Perché Jenson Button, il pilota che sussurra alle gomme, ha deciso che no, di vedere il tedeschino far baldoria a Singapore proprio non aveva voglia. E così è stato. Vettel marziano ha vinto la nona gara dellanno e Button divino nel gestire partenza, tensioni e polimeri gli è stato dietro e vuoi vedere che senza certi doppiati ostici avrebbe fatto piripiri sul coppino di Sebastiano e chissà mai...
Dopo di loro il resto del mondo: dal privilegiato, in quanto possessore di una Red Bull, Mark Webber, allo stoico Alonso in quanto possessore di una Ferrari che al momento questo è: un po malconcia, un po sfortunata per la safety, un po traditrice visto che su pista ad alto carico avrebbe dovuto coccolare le gomme e non lha fatto. Alonso su gomme dure nella parte finale parla chiaro e «il quarto posto rispecchia la nostra posizione» parla ancor più chiaro il team principal Stefano Domenicali e ora «spingeremo fino allultimo perché Fernando ha una classifica da difendere».
Già, la classifica. I verdetti fastidiosi per la Ferrari arrivano dal pallottoliere, nel senso di numeri e tempi. Perché Button di un solo punto ha scavalcato in classifica lo spagnolo e ora è secondo: ovvero primo degli umani. In periodi di vacche magre è un titolo di consolazione anche questo. A cui giustamente il Cavallino tiene. Anche se i distacchi sono abissali. Si pensi: Vettel ha 309 punti e Button 185. E mancano cinque Gp.
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