Vi spiego perché preferisco ignorare certe domande

(...) E tuttavia questo è un legittimo contrasto che può restare nell'ambito di una seria e argomentata scelta di campo (secondo un linguaggio storico, ma efficace).
Essendomi dunque proposto di non cercare oziose polemiche di maniera, fin dall'inizio della mia esperienza, io ho raccolto e risposto alle questioni che i giornalisti della sua testata mi hanno posto in più circostanze, segnatamente durante le conferenza stampa che ho tenuto prima e dopo il 12 febbraio.
Questo comportamento non mi obbliga per contro a considerare quello dei questionari e delle domande pubblicati sui giornali e rivolte ai candidati, una sorta di percorso obbligatorio al quale corrispondere quasi quotidianamente, pena l'essere considerato un arrogante che sottovaluta gli interlocutori e non riesce a venire a capo della gamma di tutte le sensibilità presenti nell'opinione pubblica genovese.
Se dunque avviene come è accaduto (e non solo nei suoi confronti) che la rosa delle più varie domande che ricevo non trova immediata e adeguata risposta è solo segno che anch'io valuto e reagisco con criterio politico alla diversa portata delle cose che devo e sono in grado di affrontare, per non vendere fumo e non incoraggiare la demagogia.
Ho provato ad esporre questa condizione con pacatezza, soprattutto nella convinzione che anche tra avversari dichiarati e riconosciuti, si possa evitare il penoso repertorio delle accuse di maniera e dei giudizi roboanti che forse rinsaldano l'acredine, ma non contribuiscono certo a cogliere il merito dello scontro politico reale.

Conto per il resto della campagna di poter incontrare ancora tutti i giornalisti e gli operatori dell'informazione (anche quelli del Giornale) ai quali sarà mio compito esporre fino alla conclusione del confronto fra i candidati le linee del mio programma e il progetto di governo della città elaborato dalla coalizione di centrosinistra.
*candidato sindaco del centrosinistra