Un viaggio nei piaceri della guida (e della vita)

di Marco Lombardo

Una volta ci si comprava la macchina. Due o quattro porte, quattro ruote, un volante, quattro tasti e giù il finestrino. Un mezzo di trasporto, per lo più per andare a lavorare. Tutti in fila tra fumi, clacson e umori al minimo storico. Era la rivoluzione industriale, quando il dovere veniva spesso prima del piacere. Oggi, invece, si acquista un'automobile, e in questa frase c'è tutto il mondo che sta dentro e fuori alla propria casa ambulante. Perché di questo si tratta: acquistare un'auto oggi è un viaggio nei piaceri della guida e della vita, tra accessori sempre più «cool» (e comunque che regalano comfort al fortunato possessore) e mete possibili da raggiungere che invece una volta davano l'idea di un percorso a ostacoli. Insomma, adesso questo può essere il rapporto con la propria auto: un tour nel proprio benessere.
Ecco perché colpevolizzare l'automobile è la politica dell'assurdo: certo, l'auto bisogna usarla meglio, non sprecare il tempo che si passa con lei, non utilizzarla invano. Ma l'auto, la propria, dà sempre la sensazione di un rapporto simbiotico. E imparare a usarla vuole dire amarla ancora di più. E amarsi un po' di più.
E allora questo è il senso: avere un'automobile vuole dire viverla, significa poter raggiungere mete che nessun altro mezzo di trasporto può raggiungere. Vuol dire entrare in un mondo fatto di particolari che è poi la chiave della comodità. Essere felici della propria auto è anche essere soddisfatti di se stessi, delle proprie scelte. E se poi la si usa non solo per piacere, ma anche per dovere, la necessità di viaggiare in un mezzo in cui ci si sente a proprio agio cambia la prospettiva della giornata.


In pratica, qui sta il significato di questo dossier: la dimostrazione che l'automobile è qualcosa di più di quattro ruote che girano alla ricerca di un posteggio. L'automobile è un viaggio che si sposa spesso con la moda, il design, il turismo e - perché no? - la buona tavola. Ed è un viaggio irripetibile. Che non va sprecato.

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