Cerimonia solenne ieri e gonfalone fresco di ricamo per il titolo di città concesso al Comune di Villafranca in Lunigiana dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Piazza satura per celebrare l'evento e rievocare il sessantesimo della Costituzione Italiana, con il ministro per l'attuazione del programma Gianfranco Rotondi, gli onorevoli Stefano Caldoro, Alessandra Mussolini, Francesco De Luca e il prefetto di Massa Carlo Striccoli. Mentre il sindaco, il deputato Lucio Barani, zooma la storia del borgo cresciuto tra la Magra e il Bagnone, attraversato dalla Via Francigena, vissuto d'agricoltura prima e opifici poi. Le incursioni sull'ospitalità che Corrado Malaspina offrì al Dante esule e la virata sull'altro esule, Bettino Craxi, tanto caro a Barani. Le medaglie d'oro a Baracchini e Viola, ma soprattutto il futuro, con la prima pietra del nuovo liceo scientifico e gli interventi alle scuole medie cui Caldoro ha destinato il suo bonus da relatore di 150.000 euro.
Poi il progetto del casello autostradale a Villafranca («il ministro Matteoli s'è impegnato su quest'opera») e il compimento della pontremolese. E magari un «campo da golf e un impianto termale nella selva di Filetto». Ma Barani il «sognatore», coadiuvato dal suo capace collaboratore Oscar Romiti, fa il diavolo a quattro per portare a casa risultati. A confermarlo lo stesso Rotondi che ribadisce: «Avete i numeri per fare di questa città il volano della trasformazione della Lunigiana. Barani è dentro questo cammino di riscatto perché la sua complessa e originale presenza nelle istituzioni è un atto d'amore per la vostra terra».
Il professor Giuseppe Benelli porta il saluto del ministro Sandro Bondi, altro uomo di Lunigiana, impegnato a Venezia con il Mose; mentre Caldoro legge il messaggio di Gianfranco Fini.
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