Vincent de Xaintes

Non si sa perché questo santo venerato in Francia sia detto «di Xaintes». Forse proveniva dalla penisola iberica, ma non è sicuro. Si sa per certo che fu il primo vescovo di Dax, nell’antica Gallia, e che ancora oggi ne è considerato il patrono. Di quella zona fu l’evangelizzatore e subì il martirio verso l’anno 250. Nel VI secolo il vescovo di Dax fece costruire sulla tomba di s. Vincent una chiesa intitolata al martire. Questa chiesa conobbe molte vicissitudini nel corso dei secoli, venendo varie volte distrutta e ricostruita. L’ultima e definitiva ricostruzione risale al 1893. Al tempo della Rivoluzione francese, negli anni del Terrore giacobino, cioè il 1793 e il 1794, le reliquie del santo vennero profanate e disperse. Solo quando fu passata la tempesta rivoluzionaria si poté procedere a ricercare queste reliquie, che erano finite in un ossario comune. Fu la madre dell’abbé Darjou, parroco di Saint-Vincent (cittadina che dal santo prende il nome), a distinguerle tra le altre attorno al 1802. Le ritrovate reliquie vennero riposte nell’originario sarcofago, dove ancora oggi si trovano. Null’altro è dato sapere attorno a questo santo, perciò impieghiamo lo spazio rimasto per segnalare, come ogni tanto facciamo, buoni libri. Dag Tessore, La donna cristiana (Il Leone Verde). Cesaremaria Glori, La Passione di N.S. Gesù Cristo (Edizioni Segno).

Corrado Gnerre, L’unicità del cristianesimo. Roberto De Mattei, La dittatura del relativismo (Solfanelli). René Rémond, Il nuovo anticristianesimo (Lindau). Cardinalini-Licciardi, La strana morte del dr. Narducci (Derive/Approdi).

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