«La visita a Beirut è una provocazione»

La visita di Mahmoud Ahmadinejad in Libano dimostra che il presidente iraniano vuole proseguire con il suo «atteggiamento provocatorio». Lo ha affermato la Casa Bianca ieri, in occasione della visita del presidente iraniano in Libano. «Ahmadinejad continua con i suoi modi provocatori», ha detto il portavoce dell’Amministrazione Robert Gibbs, che ha ribadito come il capo del governo di Teheran abbia portato il suo paese in una grave crisi economica e politica, e come il suo operato abbia provocato le sanzioni internazionali.
Il leader iraniano, in visita di Stato a Beirut, dove è stato accolto da migliaia di persone in festa, ha rivolto nuove accuse a Israele, che segue con inquietudine la visita. Il portavoce del ministero degli Esteri Yigal Palmor ha detto: «La visita di Ahmadinejad è una provocazione che mina la stabilità di una regione già volatile e esplosiva». «Il presidente iraniano, quando ha detto che il Sud Libano è il confine dell’Iran con Israele - ha continuato Palmor - ha svelato i suoi intenti aggressivi ed è triste che in Libano sia ora nato uno stato nello Stato al servizio degli ayatollah nella loro guerra senza fine a Israele».
Ahmadinejad è stato accolto dall’alleato Hezbollah con entusiasmo. Parole al miele ed elogi altisonanti sono stati riservati dagli anchorman della televisione Al Manar del Partito di Dio al presidente iraniano, «l’eroe», «l’umile», che ha cominciato una «benedetta» visita di tre giorni in Libano.

«Benvenuto al promettente futuro», ha ritmato una canzone messa in onda dall’emittente mentre il leader iraniano scendeva dalla scaletta dell’aereo appena giunto a Beirut: la canzone, in arabo e farsi, composta dalla banda militare di Hezbollah per l’occasione, ha suscitato nei libanesi reazioni contrastanti. Tuttavia, il conduttore di Al Manar non ha esitato ad affermare che «il Libano è in festa», mentre commentava le immagini di migliaia di sciiti che lanciavano riso verso il lungo convoglio di auto di Ahmadinejad.

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