Yasmine e Amanda le donne che fanno affari da sceicchi

In Costa del Sol sostengono che Yasmine Al Shaoud possegga il miglior paio di regali gambe femminili del medioriente. Assieme a questo merito può vantarne anche un altro, quello di guidare nella stanza dei bottoni una squadra di calcio occidentale come il Malaga. Gli acquisti pirotecnici di gennaio, da Demichelis a Maresca passando per Julio Baptista e forse Marchetti, hanno il suo imprinting. Yasmine non è passata da letti, alcove o sedili posteriori di automobili per diventare la prima manager del pallone di origini islamiche. La signorina Al Shaoud, con le sue gambe regali, la chioma corvina e i raffinati tailleur, non si è mai spogliata nonostante l’indubbia avvenenza, ma ha impiegato una laurea in management sportivo per prosperare nella sua carriera nella Liga. A Malaga l’ha voluta lo sceicco Abdullah Al Thani, che ha deciso di investire la scorsa estate nel calcio per emulare gesta e sperperi dell’amico Mansur Bin Zayed, il plenipotenziario boss del Manchester City. Un altro che ha affidato le sorti del mercato dei Citizens a una donna, Amanda Staveley, una manager alla quale gli uomini più ricchi del mondo si rivolgono quando vogliono rilevare i club di Premiership (fondamentale il suo contributo nell’ingresso a Liverpool degli americani George Gillett e Tom Hicks). La figlia del ricco proprietario terriero dello Yorkshire Robert Staveley, campionessa nei cento metri, provetta cavallerizza, corteggiata, invano, dal Duca di York, è volata nei giorni scorsi a Wolsfburg per mettere a segno l’acquisto del bosniaco Edin Dzeko. Un’operazione conclusa con successo non solo per l’illimitata disponibilità economica del suo datore di lavoro, ma anche per la dialettica, la fermezza e le capacità nel portare a termine trattative con piglio superiore a qualsiasi manager uomo.
Donne alla riscossa nell’universo maschilista dell’Islam. Un po’ per curriculum e competenze, ma anche per dar seguito al progetto di emancipazione femminile sbandierato da qualche anno nei paesi del Golfo. La trasformazione dell’Islam di ispirazione wahabita, ovvero quello intollerante dove il burqa diventa il peggior manifesto dei diritti umani, a quello sunnita, che strizza l’occhio all’occidente, è un percorso che comincia a mostrare risultati tangibili.
Yasmine è stata segnalata allo sceicco Al Thani dalla sorella Haya Rashida, già presidentessa dell’Assemblea Generale dell’Onu. Amanda è entrata nelle grazie di Bin Zayed per aver coltivato delicati contatti d’affari nel Golfo negli ultimi dieci anni. La loro è la vittoria di chi non è venuta a questo mondo per essere il primo piatto, il secondo, il dessert, o, peggio ancora, la condizione di menù completo nel gran banchetto cannibalico dell’intolleranza. Yasmine e Amanda hanno fatto breccia per qualità al di sopra di ogni sospetto.
Altre donne sono pronte a seguirne il passo. Sempre nel Manchester City lavora Victoria Kloss, portavoce ufficiale dello sceicco Bin Zayed. Un’ex poliziotta di Scotland Yard laureata in lingue a Cambridge. In Qatar la macchina organizzativa della Coppa del Mondo del 2022 verrà affidata ufficialmente nelle prossime settimane a Ghalia Hamad, già ministro degli affari sociali.

Al suo fianco opererà l’affascinante Mozah Bint Nasser, moglie del principe erede al trono. Immortalata a Zurigo nel giorno della proclamazione del Qatar con la coppa tra le mani. Parlare di coincidenze diventa a questo punto davvero fuori luogo.

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