«Zeman legga la sentenza Ha tanto tempo libero...»

da Torino

Dottor Giraudo, qual è stata la sua prima sensazione una volta ascoltata la sentenza?
«Una grande gioia, senza dubbio. Non meritavamo tutto quanto detto e scritto in questi anni. Ma sapevamo che, davanti a una corte seria, la verità sarebbe venuta a galla».
Una giornata da dedicare a qualcuno in particolare?
«A Giovanni e Umberto Agnelli, all’avvocato Chiusano: hanno visto iniziare questa brutta avventura e non hanno potuto assistere al trionfo della giustizia. Ma una dedica la meritano anche tutti i nostri famigliari: non è stato facile, per loro, sopportare le accuse che ci erano state mosse e la gogna mediatica cui siamo stati sottoposti».
Adesso però è tutto finito: o no?
«Siamo stati offesi per anni in tutto il mondo e ora quel teorema giudiziario è stato distrutto: ma i danni di immagine chi li ripaga? Mi aspetto che chi ha preso posizioni dure nei nostri confronti ammetta chiaramente di avere sbagliato. Non lasceremo nulla di intentato contro chi ci ha offeso gratuitamente pensando che il teorema di Guariniello valesse quanto una sentenza».
Avete ricevuto subito attestati di stima o avvertito una certa freddezza nei confronti della sentenza di assoluzione?
«Siamo stati tempestati di telefonate sia da parte delle autorità sportive che politiche. La nostra è anche la vittoria dello sport italiano che la Juventus rappresenta da anni ai massimi livelli: usciamo da questo processo a testa alta».
Quale pensa sia stata la reazione di Zeman?
«Non mi interessa. Piuttosto, si legga bene la sentenza: mi pare che abbia il giusto tempo libero per farlo».
Questa assoluzione cambia qualcosa in vista del suo futuro lavorativo?
«No. Non è questo il momento per parlare di quello che sarà. La proprietà è molto felice di come è finito il processo: del resto parleremo più avanti».
Cosa si aspetta adesso?
«Che vengano approfondite nelle opportune sedi questioni che negli ultimi anni hanno ammorbato il calcio, dai passaporti falsi alle fideiussioni.

Sono un innamorato del pallone: se è stato giusto verificare che il nostro modo di operare fosse corretto, è giusto che lo stesso accada anche per altre situazioni».
Se dovesse incontrare Guariniello, cosa gli direbbe?
«Non è mia intenzione incrociarlo ancora. Andiamo in due palestre diverse e in un’aula di giustizia conto di non metterci più piede».

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