Cronache

Caso Regeni, quella tangente negata al sindacalista egiziano

Voleva per sé parte di un finanziamento. Le parole di Giulio: "Una miseria umana"

Caso Regeni, quella tangente negata al sindacalista egiziano

Era sul sindacato egiziano degli ambulanti che Giulio Regeni stava conducendo i suoi studi accademici. Un compito a cui si era accostato entrando in contatto e in buoni rapporti con Mohamed Abdallah, leader della sigla autonoma, su cui tuttavia aveva poi cambiato idea.

Prima il ricercatore italiano aveva cercato di far ottenere al suo sindacato un finanziamento da 10 mila sterline, grazie alla Antipode Foundation. Poi - scrive il Corriere - si era capito che Abdallah avrebbe voluto almeno una parte di quella cifra, come una sorta di mazzetta.

"Miseria umana", scrisse Regeni sul suo computer il 18 dicembre, definendo così il leader sindacale che aveva in mente, per i fondi che sarebbero dovuti arrivare alla sua sigla, qualcosa di ben diverso dal previsto.

Il lavoro degli inquirenti italiani ha portato a una comprensione migliore del rapporto che esisteva tra il ricercatore italiano e il sindacalista. Un punto fondamentale, ora che la procura egiziana sostiene che Abdallah avesse depositato il 7 gennaio una denuncia contro Gulio Regeni.

Intanto i colleghi di Ahmed Abdallah, il consulente della famiglia Regeni e presidente della Commissione egiziana per i diritti e le libertà, hanno annunciato che "è stato scarcerato nella notte", in libertà condizionata.

Restano in piedi le accuse di incitamento alle proteste a suo carico.

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