Cronache

Olimpiadi, la vedova contro M5s: "Giù le mani dal mio Mennea"

"Nessuno, nemmeno io, che pure ho ben chiaro che cosa Pietro pensasse, è autorizzato a scrivere per suo conto"

Olimpiadi, la vedova contro M5s: "Giù le mani dal mio Mennea"

La vedova di Pietro Mennea non ci sta. Suo marito non può essere il testimonial del no alle Olimpiadi di Roma nel 2024. Perché Pietro non ha mai espresso la sua opinione negativa in merito. A scriverlo, nero su bianco in una lettera al presidente del Coni Giovanni Malagò è Manuela Olivieri.

Come scrive il Corriere della Sera, "il principale testo utilizzato per sostenere la tesi di una sua contrarietà ai giochi è il libro "I costi delle Olimpiadi", scritto nel 2012. Un volume nel quale denunciava il rischio di speculazioni sulle possibili Olimpiadi annunciate per il 2020. E proprio da questo elemento parte la lettera della Olivieri: "Immagino, caro Giovanni, che il tuo disappunto non sia inferiore al mio. In considerazione dei rapporti che avevi con Pietro, l’impegno che aveva messo per la tua elezione e, soprattutto, l’affetto e la stima reciproca che vi legava, è facile immaginare come sia stato pesante accettare l’utilizzo di quanto Pietro ha detto e scritto a proposito della candidatura di Roma 2024, su cui Pietro non si è mai espresso, perché mai lo ha potuto fare, a causa della sua prematura scomparsa".

Qualche giorno fa infatti il vicesindaco di Roma, Daniele Frongia, aveva citato il libro, scritto nel 2012, per giustificare e rafforzare la posizione ostile del Movimento 5 Stelle sui Giochi a Roma.

Insomma, per la compagna del campione morto nel 2013, "nessuno, nemmeno io, che pure ho ben chiaro che cosa Pietro pensasse, è autorizzato a scrivere per suo conto".

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