Cronache

Papa Francesco prega per le vittime del terrorismo: "Non sprofondiamo negli abissi dell'odio

Nel messaggio di Pasqua papa Francesco ricorda le vittime del terrorismo: "Quanto sangue innocente versato per efferata violenza". E prega per i cristiani perseguitati: "Non abbiate paura, Cristo ha vinto la morte". Poi chiede accoglienza per gli immigrati

Papa Francesco prega per le vittime del terrorismo: "Non sprofondiamo negli abissi dell'odio

"Il mondo è pieno di persone che soffrono nel corpo e nello spirito, mentre le cronache giornaliere si riempiono di notizie di efferati delitti, che non di rado si consumano tra le mura domestiche, e di conflitti armati su larga scala che sottomettono intere popolazioni a indicibili prove". Nel messaggio di Pasqua, letto dalla Loggia di San Pietro prima della Benedizione Urbi et Orbi, papa Francesco ricorda le vittime degli attentati di Bruxelles e prega per gli immigrati che, in fuga da guerre e violenze, arrivano in Europa. "Di fronte alle voragini spirituali e morali dell'umanità, di fronte ai vuoti che si aprono nei cuori e che provocano odio e morte - dice Bergoglio - solo un'infinita misericordia può darci salvezza. Solo Dio può riempire col suo amore questi vuoti, questi abissi, e permetterci di non sprofondare".

Durante il messaggio di auguri papa Francesco invoca l'aiuto di Dio affinché l'umanità possa "continuare a camminare insieme verso la Terra della libertà e della vita". "L'annuncio gioioso della Pasqua, Gesù, il crocifisso, non è qui, è risorto, ci offre - sottolinea - la consolante certezza che l'abisso della morte è stato varcato e, con esso, sono stati sconfitti il lutto, il lamento e l'affanno". Tocca però agli uomini fare in modo che da questo scaturisca un cambiamento: "Il Signore, che ha patito l'abbandono dei suoi discepoli, il peso di una ingiusta condanna e la vergogna di una morte infame, ci rende ora partecipi della sua vita immortale e ci dona il suo sguardo di tenerezza e di compassione verso gli affamati e gli assetati, i forestieri e i carcerati, gli emarginati e gli scartati, le vittime del sopruso e della violenza". Nelle preghiere del Santo Padre ci sono sia il popolo siriano, brutalmente ferito da anni di guerra, sia il conflitto in Ucraina. E ancora: "la convivenza fra israeliani e palestinesi" in Terrasanta e il dialogo nelle zone del bacino del Mediterraneo e del Medio Oriente, "in particolare in Iraq, nello Yemen e in Libia".

Il Papa esprime, quindi, "vicinanza alle vittime del terrorismo". Un male che Bergoglio definisce "forma cieca ed efferata di violenza che non cessa di spargere sangue innocente in diverse parti del mondo". "Con le armi dell'amore - ricorda - Dio ha sconfitto l'egoismo e la morte; il suo Figlio Gesù è la porta della misericordia spalancata per tutti". Quindi, lancia un forte appello perché si accolgano e si aiutano gli immigrati, "i nostri fratelli e sorelle che sulla loro strada incontrano troppo spesso la morte o comunque il rifiuto di chi potrebbe offrire loro accoglienza e aiuto". "Il Cristo risorto, annuncio di vita per l'intera umanità - predica il Santo Padre - si riverbera nei secoli e ci invita a non dimenticare gli uomini e le donne in cammino alla ricerca di un futuro migliore, schiera sempre più numerosa di migranti e di rifugiati, tra cui molti bambini, in fuga dalla guerra, dalla fame, dalla povertà e dall'ingiustizia sociale".

Ai "nostri fratelli e sorelle che sono perseguitati per la fede e per la loro fedeltà al nome di Cristo e dinanzi al male che sembra avere la meglio nella vita di tante persone", il papa ricorda, invece, la consolante parola del Signore: "Non abbiate paura. Io ho vinto il mondo". E ricorda che la Pasqua è il giorno fulgido di questa vittoria. "Cristo ha calpestato la morte e con la sua risurrezione ha fatto risplendere la vita e l'immortalità - continua il Papa con le parole del padre della Chiesa Melitone - Egli ci ha fatto passare dalla schiavitù alla libertà, dalla tristezza alla gioia, dal lutto alla festa, dalle tenebre alla luce, dalla schiavitù alla redenzione.

Perciò diciamo davanti a Lui: Alleluja!".

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