Cronache

Petardo contro la Lega nel Salernitano: "Non abbiamo paura"

L'episodio ai danni della sede del partito a San Valentino Torio, in provincia di Salerno. Questa sera il sit-in, i leghisti: "Chi sminuisce questi fatti rischia di far come chi negli anni '70 definiva 'ragazzate' gli attentati..."

Petardo contro la Lega nel Salernitano: "Non abbiamo paura"

Petardo esplode contro la sede della Lega a San Valentino Torio, in provincia di Salerno. La rabbia dei militanti: “Non ci faremo intimidire da questo genere di episodi”.

I fatti sono accaduti intorno alle 16 del pomeriggio di ieri quando, una mano che per il momento è ancora ignota, ha agganciato all’inferriata della porta della sede del partito leghista una bomba carta. Il frastuono dell’esplosione non ha causato danni rilevanti anche perché il petardo è caduto in terra prima di scoppiare.

“Si tratta di un attacco contro Salvini e contro la Lega. Non ci sono state conseguenze gravi ma se lo inseriamo nel contesto, quello che ci è accaduto è inquietante”. Lo dice Mariano Falcone, vicecoordinatore regionale e responsabile per Salerno della Lega. “Non si deve abbassare la guardia. Chi cerca di sminuire queste cose rischia di comportarsi come chi, negli anni ’70, definiva come ragazzate certi episodi che poi sono andati a sfociare nel clima degli anni di piombo”.

Secondo Falcone, le contestazioni sono ormai all’ordine del giorno. “Ma noi continuiamo a credere nel confronto democratico, anche con le proteste subite a Boscoreale, a Scafati e in altri luoghi della Campania. In questo clima si giunge a punti grotteschi eppure inquietanti come quando, a Salerno, è stata imbrattata con scritte anti-Salvini la sede della Lega Navale”.

L’episodio è stato regolarmente denunciato alle forze dell’ordine. Sui fatti ora indagano i carabinieri del posto. Intanto, per questa sera alle 19, è previsto un sit-in per tenere alta l’attenzione sull’accaduto. All’iniziativa parteciperà anche il deputato leghista campano Gianluca Cantalamessa, coordinatore regionale del partito che rivolgendosi agli autori del raid, su Facebook, ha stigmatizzato così l’accaduto: “Noi, a differenza vostra, non proviamo rabbia, non abbiamo paura e soprattutto stiamo provando a dare risposte ai tanti eroi senza nomi che vivono nella nostra terra e che chiedono solo sicurezza, lavoro e dignità.

Cose che voi non sapete neanche dove stanno di casa”.

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