Cronache

Per proteggere Expo dagli attentati si toglie la polizia dalle frontiere

Nel mezzo dell'emergenza immigrazione, il confine al Tarvisio resta indifeso: "Tutti a proteggere gli aeroporti milanesi"

Per proteggere Expo dagli attentati si toglie la polizia dalle frontiere

L'Italia è lasciata sola ad affrontare l'emergenza immigrazione, con oltre settemila immigrati sbarcati sulle coste sicule da sabato (la stima è dell'agenzia Frontex) e dal govenro arrivano tagli e trasferimenti della polizia di frontiera.

A denunciarlo è il facente funzione di procuratore di Udine Raffaele Tito, che denuncia come il personale di polizia addetto al contrasto dell'immigrazione clandestina venga spostato a Milano per contenere il rischio di attentati in vista di Expo. Peccato che il confine al Tarvisio sia uno dei valichi più caldi dell'intera frontiera orientale, "visitato" regolarmente da centinaia di profughi provenienti soprattutto dall'Europa orientale e dall'Asia centrale.

"Con i tagli lineari del personale di polizia decisi per Tarvisio, si sono dimostrate scarsa attenzione e conoscenza di questo territorio, da sempre e tutt’ora porta sui Paesi dell’Europa centro orientale", ha dichiarato Tito al Messaggero Veneto. "Per vigilare l’aeroporto di Bergamo – incalza il magistrato friulano –, non si è esitato a dimezzare il numero degli agenti in servizio sul confine friulano. Questo la dice lunga sull’idea che qualcuno evidentemente ha di quest’area: siamo talmente decentrati, da non contare niente o quasi."

Ieri Tito si è recato a Tarvisio da Udine insieme ai tre sostituti procuratori del gruppo di lavoro che si occupa d’immigrazione clandestina, i pm Lucia Terzariol (coordinatrice del pool), Andrea Gondolo e Claudia Finocchiaro. Al confine con l'Austria, spiega il procuratore, si raccolgono profughi provenienti da Iraq, Afghanistan, Siria e Bangladesh dopo un passaggio attraverso Ungheria e Austria.

I numeri sono ingenti, ma le vie d'accesso all'Italia sono solo tre, controllabili da una sessantina di uomini appena, chiosa Tito: "Con i numeri di cui disponiamo, invece, non si va da nessuna parte: i carabinieri sono pochissimi e comunque alle prese con mille altre incombenze, i poliziotti sono stati dimezzati e la Guardia di finanza ha compiti diversi. Risultato, una trentina di persone appena, peraltro sempre più demotivate."

In tempi di crisi, una delle idee proposte era quelle di dispiegare pattuglie miste italo-austriache: ma con il personale ai minimi termini, conclude amaro il procuratore, è difficile realizzare anche questa soluzione di compromesso.

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