Cronache

Sbarchi, invasione senza fine: recuperati 4.200 immigrati

Nuova tragedia dell'immigrazione: trovati 17 cadaveri su un barcone. Continuano senza sosta gli sbarchi di clandestini

Sbarchi, invasione senza fine: recuperati 4.200 immigrati

A pochi giorni dal via libera dell'Unione europea al piano per contrastare l'immigrazione clandestina, i marinai della nave Fenice della Marina Militare hanno recuperato diciassette cadaveri su un gommone carico di immigrati. A bordo, proprio accanto ai morti, sono stati trovati e soccorsi 217 extracomunitari. È l'ennesima tragedia al largo della Libia, stavolta non causata da un naufragio. Intanto, non si arresta l'invasione: solo ieri sono stati salvati 4.243 immigrati che nelle prossime ore verranno portati nei centri di prima accoglienza italiani.

"Altri morti, altri scafisti soddisfatti, altri milioni per le cooperative - è il commento di Matteo Salvini su Facebook - chi non vota domani è complice dell’invasione in corso". I diciassette clandestini potrebbero essere morte di stenti o, magari, calpestati nel tentativo di conquistare un posto. Una tragedia già avvenuta su un altro gommone soccorso nel Canale di Sicilia all'inizio di maggio. Il gommone è stato raggiunto dalla nave Fenice, nell’ambito dell'operazione "Mare sicuro", dopo una richiesta di soccorso lanciata con un telefono satellitare. Raggiunto il gommone, gli uomini della Marina hanno recuperato i diciassette cadaveri e trasferito sulla Fenice i 217 superstiti che dovranno essere identificati e interrogati per chiarire le cause dell'ennesima tragedia. I viaggi della speranza, che sempre più spesso finiscono in morti disperate, non conoscono tregua. Nelle ultime 24 ore sono state soccorse al largo della Libia oltre 4.200 persone in 22 diverse operazioni, tutte coordinate dal Centro Nazionale Soccorsi della Guardia Costiera. Ai soccorsi hanno partecipato unità della Guardia Costiera, della Guardia di Finanza, della Marina Militare italiana, delle Marine tedesca e Irlandese, oltre a unità navali inquadrate nel dispositivo Triton e a mercantili dirottati in direzione di gommoni e barconi in difficoltà.

Poco prima che giungesse la notizia dei diciassette morti il premier Matteo Renzi, parlando ad Ancona, ha rivolto un nuovo appello all'Unione europea. "Non accetteremo mai di cancellare secoli di civiltà. Quando il barcone è affondato - ha detto riferendosi al naufragio del 19 aprile - i leader europei hanno accettato di fare una riunione straordinaria e sono arrivati tutti visibilmente commossi. È passato un mese, sembra sia stato cancellato tutto. Ma noi andremo a recuperare quella nave a 387 metri di profondità per dare ai fratelli e alle sorelle che sono lì sepoltura".

"Dirò anche domani ai miei partner europei - ha aggiunto - che non si inabissa la coscienza".

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