Cronache

Spari a Palazzo Chigi, Cassazione conferma condanna a Preiti

Preiti sparò il 28 aprile 2013, proprio davanti alla sede del governo. Rigettato il ricorso della difesa, che chiedeva il riconoscimento della seminfermità mentale

Spari a Palazzo Chigi, Cassazione conferma condanna a Preiti

È definitiva la condanna a 16 anni per tentato omicidio per Luigi Preiti, l’uomo che nel giorno dell’insediamento del Governo Letta, il 28 aprile 2013, sparò ai carabinieri davanti a Palazzo Chigi. Lo ha deciso la prima sezione penale della Cassazione che ha rigettato il ricorso della difesa, che chiedeva il riconoscimento della seminfermità mentale, e accolto le richieste del pg che aveva sollecitato la conferma della condanna della Corte di appello di Roma del 10 febbraio 2015.

Per il sostituto procuratore generale della Cassazione, Giuseppe Corasaniti, nel comportamento di Preiti "c’è stato dolo omicidiario e non delirio" e 16 anni di reclusione sono "una pena adeguata". Nel contestare la tesi dell’accusa, incentrata sul vizio parziale di mente, il pg nella sua requisitoria ha sottolineato che "l’azione di Preiti si è svolta con una presa di mira precisa": infatti, "si è spostato in treno, ha acquistato il biglietto da Rosarno a Roma, dotandosi di una cartina e di una pistola con matricola abrasa". L’imputato, ha aggiunto, "è una persona con problemi come tante migliaia di persone in questo Paese. Tutti allora dovrebbero organizzarsi per commettere un omicidio di fronte alla prima divisa". L’azione di Preiti, ha concluso l’accusa, "era assolutamente idonea a integrare il reato contestato" di tentato omicidio di quattro carabinieri.

La figlia di Giangrande: "Finalmente"

Con la decisione della Cassazione "speriamo che sia finita la vicenda processuale, che ci sia finalmente un punto fermo, definitivo da mettere a questa storia. È quello che ci siamo detti anche con mio padre". E' il commento di Martina Giangrande, figlia del brigadiere Giuseppe Giangrande, ferito davanti a Palazzo Chigi nel 2013. "Dire se 16 anni sono tanti o pochi è irrisorio, inutile, perché non cambia niente - ha aggiunto Martina Giangrande -. Il problema per noi c’è e rimane, e ci ha cambiato la vita".

Il brigadiere Giangrande è rimasto invalido a causa delle ferite subite nella sparatoria.

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