Cronache

Todi, la truffa del "santone": maxi sequestro da 72 milioni di euro

Si autoproclama arcivescovo della sua congregazione e truffa i risparmiatori per decine e decine di milioni di euro: arrestato

Todi, la truffa del "santone": maxi sequestro da 72 milioni di euro

Il santone e la truffa. Si era proclamato arcivescovo della sua congrega religiosa sotto il nome di Max of Strichen. E ora è finito in manette. Arrestato dalla Guardia di Finanza di Roma. E ora sono in corso perquisizioni nelle province di Roma, Arezzo e Perugia.

Secondo l'accusa ha truffato per decine di milioni molti risparmiatori, assicurandogli investimenti redditizi nel comparto mobiliare. Soldi che in realtà utilizzava per finanziare le sue attività imprenditoriali: una grande azienda agricola in provincia di Arezzo e un’associazione teatrale con sede in un’antica abbazia vicino Todi.

I finanzieri del Nucleo speciale di polizia valutaria di Roma hanno arrestato il capo dell’organizzazione, il maestro di musica di professione e santone. I militari stanno anche eseguendo, in diverse località del territorio nazionale, un decreto di sequestro preventivo per equivalente per 72 milioni di euro nei confronti di altre 4 persone. Denunciate anche altre 9 persone, appartenenti all'organizzazione, per i reati di associazione a delinquere finalizzata all’abusivismo finanziario, ostacolo alle Autorità di Vigilanza, truffa, riciclaggio ed autoriciclaggio.

Il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria ha accertato “la presenza di una solida organizzazione criminale che, avvalendosi della sua ampia rete di promotori, aveva in realtà posto in essere una frode di rilevanti dimensioni: grazie allo schermo offertogli dalla società inglese e utilizzando l’operato dei suoi collaboratori, egli era riuscito a raccogliere, presso una folta platea di risparmiatori, una considerevole mole di risorse finanziarie, con la promessa di destinarle ad investimenti molto redditizi nel comparto mobiliare”.

L'uomo, sempre secondo i Finanzieri, "è riuscito a drenare dai risparmiatori decine di milioni di euro fatti confluire – in molti casi anche contro la volontà dei titolari – su due fondi di diritto estero – denominati Pegasus Royal e Pegasus Gold – e poi accreditati su conti correnti accesi presso la Investec Bank delle Isole Mauritius riconducibili al maestro autoproclamatosi arcivescovo".

Le indagini, infatti, hanno permesso di appurare come "i due fondi fossero del tutto fittizi e creati ad arte dal capo dell’organizzazione: come dimostrato dalle svariate denunce raccolte dai clienti, questi ultimi si sono nel tempo trovati nell’impossibilità di recuperare i loro investimenti".

Gli accertamenti della Guardia di Finanza hanno confermato "come in verità il professionista avesse distratto di volta in volta, tutte le somme raccolte dai fondi per poi reimpiegarle, almeno in parte, in attività economiche riconducibili a lui ed ai suoi prestanomi. In particolare, i proventi illeciti sono stati utilizzati per finanziare numerose attività imprenditoriali da lui gestite, quali una grossa azienda agricola in provincia di Arezzo ed un’associazione teatrale con sede in un’antica Abbazia vicino Todi".

E ancora: "Il soggetto, organista e Maestro di musica di professione, è tra l’altro noto per aver fondato di recente, una sua congrega religiosa di cui si è auto proclamato arcivescovo sotto il nome di Max of Strichen. Tale nominativo, giustificato a suo dire da presunte ascendenze nobiliari inglesi, è stato peraltro utilizzato anche al fine di nascondere la reale riconducibilità a lui stesso di alcune società estere con cui aveva schermato i proventi illeciti. La comunità, di cui risulta principale esponente, ha sede nell'abbazia di Todi da lui presa in locazione da un ente benefico locale: è qui che egli, alla presenza dei suoi adepti, celebra periodicamente cerimonie religiose".

Per 5 dei responsabili è stato ora disposto il sequestro delle somme provento dell’illecita attività in danno degli ignari clienti, mentre l’ideatore e principale beneficiario del sistema truffaldino è stato colpito da ordinanza di custodia cautelare e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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