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Il Consiglio dei ministri scioglie il comune di Reggio Calabria

La decisione è stata presa dopo avere riscontrato la contiguità del consiglio con ambienti mafiosi. Per la prima volta viene sciolto un comune capoluogo di provincia

Il Consiglio dei ministri scioglie il comune di Reggio Calabria

Uno scioglimento che non dipende tanto da un dissesto economico, quanto piuttosto dalla "contiguità con alcuni ambienti che possono portare a contiguità" con la criminalità organizzata. Così Anna Maria Cancellieri, ministro dell'Interno, spiega lo scioglimento del comune di Reggio Calabria, deciso dal Consiglio dei ministri.

La decisione non è stata presa alla leggera. Il ministro, in conferenza stampa, parla di "un atto sofferto", "preventivo e non sanzionatorio" realizzato "a favore della città". E ricorda che per "la prima volta nella storia d'Italia" ad essere sciolto è "il consiglio comunale di un capoluogo di provincia".

La Cancellieri ha voluto sottolineare come la vicinanza ad ambienti mafiosi riguardi "solo questa amministrazione, non quella precedente". A capo del consiglio comunale si trovava Demetrio Arena, eletto il 21 maggio 2011, come candidato di una coalizione di centrodestra. A far scattare il procedimento l'infiltrazione della 'ndrangheta in una società partecipata del Comune, la Multiservizi.

La Multiservizi e la cosca Tegano

L'attenzione del governo si era posata sulla società dopo che, nel 2011, l'allora direttore operativo, Giuseppe Rechichi era stato arrestato con l'accusa di associazione mafiosa. Era ritenuto il prestanome della cosca Tegano all'interno della società. All'uomo sono stati dati 16 anni di reclusione. Una seconda ordinanza di custodia cautelare ha raggiunto Rechici ha fine luglio, nell'ambito di un'operazione che ha portato all'arresto di un ex consigliere, Dominique Suraci. A lui avrebbe garantito un apporto elettorale.

La società è stata sciolta poi a luglio scorso dopo che la Prefettura le ha negato la certificazione antimafia per accertati tentativi di infiltrazioni della criminalità organizzata.

Una commissione a capo del Comune

Per i prossimi diciotto mesi a guidare la città sarà una commissione composta da tre elementi: il prefetto di Crotone, Vincenzo Panico, il dirigente dei servizi ispettivi della finanza pubblica della Ragioneria generale dello Stato, Dante Piazza e il vice prefetto Giuseppe Castaldo.

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