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Il cibo italiano vale 41 miliardi di export

L'esportazione dell'enogastronomia italiana rappresenta un capitolo fondamentale per l'economia: ecco i numeri relativi agli ultimi due anni e la mappatura dell'export

Il cibo italiano vale 41 miliardi di export

L’enogastronomia in Italia non rappresenta solo un fatto culturale, ma è anche e soprattutto un capitolo importante dell’economia del Belpaese.

Come riporta Adnkronos infatti, l’export vale 41 miliardi di euro all’anno e cresce dell’1,4%. La Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Coldiretti Lombardia, in collaborazione con Promos Italia sui settori dell'agricoltura, della pesca, dell'allevamento, dell'industria alimentare e delle bevande, esclusi silvicoltura e tabacco, hanno realizzato la mappa dal titolo “L’agroalimentare italiano nel mondo", stabilendo così quali sono i Paesi che hanno importato nel 2017 e nel 2018 di più i nostri beni di consumo alimentari.

Al primo posto c’è la Germania, seguita da Francia, Stati Uniti e Regno Unito. Molto bene e in crescita Polonia, Svezia e Australia oltre al Giappone. Calano invece le esportazioni verso la Cina. Negli Usa i prodotti più importati sono i vini italiani - che piacciono molto anche in Polonia, Australia e perfino in Francia - le acque minerali e l’olio, mentre la Spagna importa pesce fresco e il Regno Unito animali vivi, frutta, ortaggi e conservati per gelati. L’Austria privilegia cereali e riso, Slovenia e Vietnam importano le nostre carni, la Russia ama la nostra pasta e la Cina il nostro cioccolato.

Quest’ultimo è in effetti il prodotto più esportato di tutti, insieme a tè, caffè, spezie e piatti pronti. Poi ci sono vino, pane, pasta e farinacei, frutta, prodotti lattiero caseari, carni, ortaggi non lavorati.

I territori che esportano di più sono Cuneo e Verona con 3 miliardi di euro, seguiti da Milano con 1,6 miliardi, Parma, Bolzano, Salerno e Modena.

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