Cronaca locale

Una galleria panoramica per salvare San Siro (e stanare Milan e Inter)

La Lega propone piano b e compromesso: «Ai club serve cash? Studiamo altri impianti»

Chiara Campo

Una galleria panoramica sulla «Scala del calcio», realizzata smantellando tutta o una parte del terzo anello, con spazi commerciali, sportivi, multimediali, musei, bar e ristoranti con vita mozzafiato. Una «terza via», come l'ha definita il capogruppo e onorevole della Lega Alessandro Morelli, per evitare la demolizione del Meazza. Il Carroccio ha già depositato una mozione che chiede al sindaco di candidare lo stadio di San Siro tra i beni Unesco. Un monumento da salvaguardare. Ieri il Corriere ha anticipato che Milan e Inter hanno chiesto agli studi Populous e Manica-Cmr in gara per realizzare il futuro impianto e trasformare l'area intorno in un quartiere multifunzionale (con centro commerciale e grattacieli destinati a hotel e servizi) di rivedere parzialmente i disegni per salvaguardare una parte del Meazza, una versione mini da destinare a calcio minore e ai concerti. Morelli la prende come «una battuta, a quel punto diventerebbe realmente un problema mantenere un mini impianto di proprietà del Comune di fianco al grande stadio dei club, sarebbe un peso economico». Rilancia quindi, accanto ai consiglieri leghisti Massimiliano Bastoni, Silvia Sardone e Laura Molteni, un'ipotesi realizzata dall'ingegnere e professore del Politecnico Riccardo Aceti già nel 2016, che conserverebbe primo e secondo anello (quello che anche la Sovrintendenza potrebbe mettere sotto tutela), eventualmente la curva nord e sud al terzo anello e smantellerebbe la restante parte del terzo anello per fornire alle squadre una terrazza panoramica di 11mila metri quadrati («quasi due campi da calcio») in grado di vivere e garantire business 7 giorni su 7. «Complessivamente - spiega l'ingegnere, un passato da calciatore nel Milan primavera - il terzo anello si configura su 10 campate da 55 metri ciascuna appoggiate sulle torri circolari. Decostruendo le scalinate, larghe circa 20 metri, e inserendo una trave reticolare tridimensionale potrà ospitare volumi enormi, i tifosi e le famiglie potrebbero godersi anche il match dalla terrazza o sfruttare i servizi nel pre e dopo partita». L'intervento sottolinea Aceti «potrebbe essere realizzato senza interrompere i Campionati e in tempo per la cerimonia delle Olimpiadi 2026. Lo stadio potrebbe avere una capienza di 60mila posti».

Una provocazione leghista? Un modo, forse, per sottolineare alle squadre che il modello di restyling scartato per i tempi lunghi e costi alti non sarebbe l'unico. E per Morelli «è ora di venire allo scoperto ed essere molto trasparenti, che le società abbiano bisogno di inserire a bilancio la voce stadio per incrementare l'asset finanziario e reinvestire così sul calciomercato è il segreto di Pulcinella. Ma possiamo sederci a un tavolo, ascoltare le necessità e valutare il via libera a progetti sul quartiere che siano di interesse per la città, senza demolire il Meazza. Una cittadella dello sport? In città ad esempio serve una piscina olimpionica. Nessuno vieta che l'asset finanziario non sia uno stadio ma altro». L'ex ad del Milan e oggi del Monza Calcio, Adriano Galliani, guarda invece al futuro: «Non capisco tutte queste lacrime quando si può avere uno stadio nuovo, fantastico, meraviglioso a 100 metri dal vecchio.

Il Meazza non può essere ristrutturato e avendo due squadre che ci giocano una ristrutturazione le porterebbe via da Milano per anni».

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