Cronaca locale

Milano città aperta: le architetture che raccontano il Novecento

Il progetto "Open House" offre per due giorni visite guidate a 100 siti, tra archeologia industriale e teatri

Milano città aperta: le architetture che raccontano il Novecento

La globalizzazione della cultura, scriveva il pensatore francese Jean Clair, è all'origine della crisi dei musei. Ma quale miglior museo contemporaneo di una città che di colpo svela i suoi meandri e le sue viscere, raccontando spazi e architetture quasi sempre inaccessibili al pubblico? La premessa è che Milano vanta una lunga tradizione di manifestazioni che, annualmente, aprono al pubblico scrigni nascosti come i cortili privati del centro, le dimore storiche, i palazzi delle banche e finanche la città sotterranea, grazie anche al prezioso contributo di associazioni come il FAI o Neiade.

Quella che si apre oggi per tutto il weekend è però un'occasione più unica che rara per conoscere dall'interno gli edifici più suggestivi del nostro Novecento (e non solo), con visite guidate e gratuite a un patrimonio architettonico che ha visto in questi anni trasformare lo skyline metropolitano. Dal Velodromo Vigorelli ai Laboratori Ansaldo del Teatro alla Scala, dall'Atelier Colla alle Ex Officine Aereonautiche Caproni (Officine del Volo), da Palazzo Lombardia al Grattacielo Pirelli. Il progetto Opem House Milano, iniziativa giunta alla sua terza edizione e che appartiene al network internazionale di Open House Worldwide, è un viaggio affascinante per conoscere oltre cento siti architettonici: alcuni spesso inaccessibili in quanto privati o sedi di enti o aziende, altri chiusi al pubblico e appartenenti al patrimonio storico lombardo, altri ancora pochissimo conosciuti ai più in quanto legati al circuito della gallerie d'arte e dunque frequentati da addetti ai lavori e da collezionisti. Eppure, anche in quest'ultimo caso, trattasi di luoghi che sarebbe un peccato perdere sia per il loro contenuto, sia per un contenitore talora frutto di affascinanti progetti architettonici; è il caso, tanto per fare un esempio, della «white cube» di duemila metri quadri su quattro piani fatta costruire in via Stilicone dalla gallerista Lia Rumma per ospitare le mostre dei suoi artisti.

Grazie anche al contributo dell'Ordine degli Architetti, l'itinerario si apre a percorsi tematici ma comprende anche edifici storici (ad accesso libero o su prenotazione (info www.openhousemilano.org). Tra le mete da non perdere, Palazzo Clerici, Palazzo Moriggia, Palazzo Castiglioni, Biblioteca Sormani, Rifugio Antiaereo di Piazza Grandi, lo Studio Museo Francesco Messina. Sarà inoltre aperta la sede storica del Corriere della Sera in via Solferino e la sede della Rai, realizzata da Gio Ponti, in Corso Sempione. Un viaggio nell'archeologia industriale è quello che offrono l'ex Saponificio Angela Gavazzi e figli, le Officine del Volo, il Megawatt Court, W37, Watt 10, Base, e l'Ex Stabilimento Lagomarsino (Spazio 36 e Studio Fiorese).

Non mancano palcoscenici d'eccezione con la visita al Teatro Gerolamo, al Lirico, ai Laboratori Ansaldo del Teatro alla Scala.

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