Cronaca locale

Quelle madonnine «urbane» che vegliano sui milanesi

Un progetto del Museo della fotografia invita a scovare le edicole votive della città. Dagli scatti a una mostra

Francesca Amè

Piazza Sant'Alessandro. Gli universitari della Statale, al caldo torrido della tarda mattinata, passano davanti a passo svelto alla chiesa seicentesca, qualcuno commenta l'esito non proprio brillante di un esame, nessuno fa caso ad alcune interessanti «presenze», brandelli di tesori artistici seminascosti da improbabili pali segnaletici (o da camion di spropositate dimensioni, parcheggiati alla bell'e meglio). Sono le edicole votive: Milano ne è punteggiata, ve ne siete mai accorti? Proprio da piazza Sant'Alessandro può partire un breve tour in quattro tappe in zona Missori. Si parte dalla piazza e si imbocca la stretta via Zebedia: a metà, la prima edicola votiva in pietra, con una Madonna velata con bambino. È una piccola scultura, curata nei dettagli: se ne sta lassù, davanti a una saracinesca perennemente serrata. Scolpita nel Seicento, veglia sui nostri passi distratti. Pochi metri ancora e arriviamo in piazza Missori: in una formella circolare decorata con foglie e festoni in pietra, ci sono ancora la Vergine e Gesù, abbracciati. Se ne stanno in un angolo, nascosti da un cartello di divieto di transito. Ritorniamo sui nostri passi, superiamo piazza Sant'Alessandro e imbocchiamo vicolo Pusterla: all'incrocio con via della Palla, sulla sinistra, un'edicola di grande formato, ben dipinta e incornciata. Qualcuno ha avuto la grazia di poggiarvi delle piante. La Vergine e il bambino sono manieristicamente guancia a guancia': peccato che (ancora una volta) la segnaletica ne impedisca la visione da lontano. In tanti passano, nessuno si ferma a guardare. Non molto distante, procedendo verso via Torino e andando di fronte alla chiesa di San Satiro, troviamo un'altra edicola simile. Solo in centro da una mappatura sommaria, ché dati ufficiali non ci sono si possono contare una trentina di edicole votive e statue di santi ai crocevia. Per continuare questo tour nella devozione popolare che resiste al tempo, bisogna passeggiare lungo il Naviglio Grande:in via Ludovico il Moro si trovano diverse edicole mariane, trasposizione sacra del culto delle ninfe delle acque.

Questo piccolo tour tra il sacro in città è parte di un bel progetto di fotografia partecipata che il Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo ha appena lanciato, con la collaborazione dell'artista Claudio Beorchia e la cura di Matteo Balduzzi. Tra cielo e terra vuole stimolarci a sollevare gli occhi dallo smartphone per guardare con ritrovata curiosità le strade che facciamo tutti i giorni: l'idea è di «interrogare» chi da secoli veglia sul nostro territorio, cioé quei santi ospitati nelle edicole e nelle nicchie votive disseminate in città e in tutta la nostra regione. Le regole sono semplici e tutti (non solo i fotografi professionisti) possono offrire il loro contributo (dettagli su tracieloeterra.mufoco.org): basta alzare lo sguardo e cercare nel proprio quartiere ma il progetto è allargato anche a tutta la regione Lombardia questi piccoli ma importanti tasselli di storia locale: vanno dapprima fotografati frontalmente, cosa utile per contribuire al loro censimento (almeno 9mila le edicole votive censite a Milano) e poi ripresi «dal loro punto di vista».

Per farlo, è sufficiente porre il cellulare all'altezza degli occhi dei Santi o delle Madonne o usare uno stick.

Il progetto prosegue per tutto agosto: le foto inviate al Museo saranno presentate in una mostra che inaugurerà non a caso il giorno di Ognissanti.

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