Cronaca locale

Spazzatura e macerie tra le casette costruite per i rom di via Martirano

Nel campo regolare di via Martirano, costruito nel 2014, ci sono meno abusivi, ma restano violazioni e abbandono

Spazzatura e macerie tra le casette costruite per i rom di via Martirano

Doveva essere un'eccellenza, ma entrando nel villaggio di via Martirano salta agli occhi il degrado. Costruite nel 2014 con i fondi del piano Maroni per l'emergenza rom, le venti villette nell'estrema periferia sud-ovest hanno solo ridotto la presenza fissa dei rom stanziali: nel campo che si trovava poco distante vivevano un centinaio di nuclei famigliari, oggi in quello nuovo solo un quinto. Restano quelli che cercano di adattarsi alle casette che gli costano «93 euro al mese spese comprese» spiega la matrona del villaggio con alle spalle «tre mesi di San Vittore per la mia vecchia casa dove sono diventata mamma e nonna».

La condanna le era stata inflitta perché la casetta che si era costruita nel vecchio campo era abusiva. Oggi vive in due stanze, bagno, cucina e giardinetto. E a volte non riescono nemmeno a pagare l'affitto concordato con il Comune: «Ho appena pagato tre mesi che ero indietro» spiega la donna. I problemi non finiscono mai, anche se le istituzioni hanno provato a creare percorsi virtuosi come con RomAct, un progetto di coesione sociale promosso dall'assessore Pierfrancesco Majorino e finanziato da fondi europei a cui avevano aderito diverse famiglie di via Martirano. Uno dei punti essenziali era di favorire le figure femminili con il lavoro, ma non sembra aver sortito grandi effetti a sentire una ragazza che spiega come la sua busta paga sia «di 200 euro netti al mese».

Le casette tenute bene e un'auto di grossa cilindrata testimoniano che non tutto va male per le famiglie di via Martirano, ma il giardino di una villetta coperto di rifiuti bruciati e i muri della casa raccontano l'opposto: l'abitazione, sono costate 19mila euro l'una secondo i costruttori, ha i muri talmente sfondati che non si capisce come possa restare in piedi. Se si chiede come si sia ridotta così la risposta è semplice: «I bambini». E i minori sono un altro problema: la frequenza scolastica secondo i prèsidi delle scuole di zona è mediamente inferiore ai 3 mesi. Con alcune fortunate eccezioni, la dispersione scolastica resta un nodo irrisolto. «Trovando in un campo regolare controllato settimanalmente dal Comune situazioni come quelle, la dice lunga su tutto il resto in termini di degrado e di difficoltà a integrare persone che non hanno nessuna intenzione di essere integrate contesta Marco Bestetti, presidente del Municipio 7 - il tema della scuola è fondamentale, noi garantiamo il diritto allo studio, se le famiglie li ritirano è evidente che si vogliono porre al di fuori della comunità; chiediamo un totale cambio di passo su tutto il territorio perché la logica del campo non porta risultati, non è la soluzione come non lo è quella di consentire loro di pascolare di fianco a strade e parchetti e conclude Bestetti - non si può lasciar gestire un problema così preoccupante e delicato a un gruppo di una ventina di agenti come quelli del nucleo problemi del territorio.

Inoltre non si capisce perché quando in un condominio non si fa la differenziata, si dà la multa a tutti, se invece in un campo rom si trovano tonnellate di rifiuti nelle parti comuni, non si possa perseguire nessuno».

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