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Gli Aerosmith contro Trump: "Non usare la nostra canzone"

Forse la band rock americana si sarebbe dovuta arrabbiare anche per essere stata soltanto la terza scelta del magnate repubblicano

Gli Aerosmith contro Trump: "Non usare la nostra canzone"

Steven Tyler, frontman degli Aerosmith, ha inviato, tramite i suoi avvocati, una lettera in cui si diffida il candidato repubblicano Donald Trump dal continuare a usare una loro canzone, "Dream On", durante la campagna elettorale per non dare "la falsa impressione che sia collegato e abbia dato il suo sostegno alla candidatura".

Nella lettera, rileva l'Hollywood Reporter che ne ha ottenuto una copia, si ricorda che è la seconda volta che viene chiesto a Trump sdi smettere di usare la canzone, dopo una prima sollecitazione alla fine di agosto.

"Trump for President non ha il permesso del nostro cliente di usare "Dream On" o nessun altro suo brano", tagliano corto i legali del cantante, che in effetti è amico di lunga data dell'immobiliarista, dichiaratosi suo grande fan. Non solo. Tyler è stato anche giudice del concorso Miss Usa organizzato dal magnate americano che ha voluto il rocker anche tra i suoi ospiti al dibattito presidenziale dello scorso agosto.

"Non vi è, avvisano ancora i legali, nessun motivo personale o politico per la presa di posizione di Tyler che è", ricordano ancora, "registrato come repubblicano". "È solo che bisogna chieder il permesso per usare la musica", concludono.

Insomma, anche attingendo all'archivio di un musicista amico e di fede repubblicana, Donald Trump, che nel mondo dello spettacolo vive da anni, continua ad avere problemi con la "colonna sonora" della sua campagna.

All'inizio i problemi erano stati di natura ideologica: quando la scorsa primavera aveva annunciato che si sarebbe lanciato nella corsa alla Casa Bianca, il suo staff aveva avuto la poco fortunata idea di scegliere Rockin' in the Free World di Neil Young. Anche se forse troppo giovani e poco informati per conoscere la biografia del cantore dell'America liberal degli anni '70, i membri dell'entourage di Trump avrebbero potuto ascoltare attentamente il testo che recita: "è solo un vecchio ricco, non gli importa di nessuno".

Young ovviamente chiese a Trump di smettere immediatamente di usare la sua musica, dichiarando di appoggiare la candidatura di Bernie Sanders, il senatore del Vermont che si dichiara socialista e sta insidiando Hillary Clinton nelle primarie democratiche. Il miliardario rispose dicendo che "nonostante le differenze di opinioni politiche apprezzava la musica di Young".

Anche la seconda scelta musicale non si è rivelata lungimirante. Il candidato repubblicano, che intanto iniziava a scalare la vetta dei sondaggi delle primarie con battute scorrette e razziste, infatti, ci è ricascato con i R.E.M., scegliendo It's the end of the world as we know it (And I fell fine), grande successo del gruppo rock americano, i cui componenti non hanno mai nascosto le sue posizioni di sinistra.

"Non usare la mia musica o la mia voce per la tua stupida parodia di campagna elettorale", fu l'immediata durissima risposta di Michael Stipe, leader del gruppo che si è sciolto nel 2011.

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