Strage di Las Vegas

La compagna del killer di Las Vegas riportata negli Stati Uniti

La donna era nelle Filippine. Potrebbe svelare il movente dietro la strage

La compagna del killer di Las Vegas riportata negli Stati Uniti

Deve ancora essere sentita, ma potrebbe rivelare dettagli importanti per spiegare cosa abbia spinto il compagno Stephen Paddock a mettere in atto la strage a Las Vegas, in cui 59 persone sono morte e centinaia sono rimaste ferite.

Mentre la strage era in atto Marilou Danley, 62enne di origini filippine, era nel suo Paese d'origine a trovare la famiglia e non con Paddock, come all'inizio gli inquirenti avevano ipotizzato. Ora è atterrata a Los Angeles, dove gli agenti del Fbi vogliono sentire la sua sul massacro e provare a trovare dettagli utili. Non è in stato di arresto.

Di ieri sera un altro dettaglio che lega Paddock alle Filippine. Secondo la stampa americana pochi giorni prima di aprire il fuoco dalla stanza al 32esimo piano del Mandalay Bay Resort, il killer aveva inviato un versamento da 100mila dollari nelle Filippine alla compagna, ritenuta "persona a conoscenza dei fatti", ma non complice. Un fatto confermato dagli inquirenti filippini, ma su cui ieri sera l'Fbi ha glissato.

Il suo ruolo ora potrebbe essere fondamentale. Perché se è vero che è arrivata una rivendicazione da parte del sedicente Stato islamico (Isis), che sostiene Paddock si fosse convertito all'islam da poco, a mancare sono diari, video in cui giura fedeltà ad Abu Bakr al-Baghdadi o qualsiasi altro dettaglio che possa dare valore alle dichiarazioni dei jihadisti. La strage, dicono invece nuove immagini, è stata pianificata nei dettagli.

Intanto oggi è atteso a Las Vegas Donald Trump, che incontrerà superstiti e famiglie delle vittime, nonché alcuni dei feriti. Il presidente non parlerà della questione del controllo sulle armi. Già dopo lo strage ha messo in chiaro: non è il momento.

Una legge, se arriverà, dovrà attendere.

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