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I media chiusi in Turchia riaprono (ma ora si sperticano per Erdoğan)

A 24 ore dalla chiusura i quotidiani tornano in edicola, con la linea stravolta

Una manifestazione per la libertà di stampa davanti alle tv chiuse a Istanbul
Una manifestazione per la libertà di stampa davanti alle tv chiuse a Istanbul

Ventiquattr'ore chiusi, poi il ritorno in edicola, come nulla fosse successo. Se ieri Bugün e Millet, due quotidiani turchi, erano stati bloccati da un intervento delle forze dell'ordine, oggi la pubblicazione è ripartita, con qualche cambiamento rispetto a ciò a cui i lettori erano abituati.

Quelli che prima erano quotidiani d'opposizione oggi aprono la loro edizione con una grande foto di Erdoğan alla festa della Repubblica che si è celebrata ieri e il titolo "La nazione in piazza" (Bugün) e con l'auto del presidente in parata e il titolo "Turchia un solo cuore" (Millet).

Un cambiamento netto per le due testate, che hanno cambiato (o dovuto cambiare) linea editoriale in tempo record, dopo che i vertici sono stati rimossi dagli amministratori nominati dal tribunale, che ha commissariato il gruppo Ipek per presunti legami con Fetullah Gülen, nemico giurato del presidente Erdoğan.

Se molti dubbi sono stati sollevati sul commissariamento, la posizione ufficiale del governo è quella espressa dal premier Ahmet Davutoğlu, che parla di un'azione "totalmente legale", aggiungendo che "è fuori discussione che ci sia stato qualunque intervento" da parte dell'esecutivo.

Per il direttore di Bugün, Tarık Toros, quello in atto in Turchia in vista delle elezioni è "il giro di vite sulla stampa più serio nella storia della Turchia" e sono molte le voci che si sono levate contro il governo. "Voci della democrazia unite contro l'oppressione", titolava ieri il quotidiano Cumhiriyet.

Intanto il nome di Gülen è finito nella lista del terrorismo del ministero dell'Interno.

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