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Migranti numerati a forza: "Ecco chi verrà espulso"

Mentre gli sbarchi non si fermano, la Ue avverte: attuare l'accordo con la Turchia sarà un percorso ad ostacoli

Migranti numerati a forza: "Ecco chi verrà espulso"

"Non abbiamo informazioni, non sappiamo che sarà di noi. Tutto quello che hanno fatto è stato darci dei braccialetti con un numero: il mio è lo 004-119": così un migrante fermato ieri mattina dalla guardia costiera greca nel Mar Egeo racconta alla corrispondente del Times dall'isola di Lesbo, Anthee Carassava.

Che fornisce un quadro desolante delle prime ore dopo il raggiungimento dell'accordo fra Turchia e Ue per la gestione dell'emergenza migranti. Che ancor prima di entrare in vigore presenta molte criticità: la Grecia ha già fatto sapere che occorrerà diverso tempo per procedere all'identificazione e al rimpatrio dei migranti che non otterranno la protezione internazionale, mentre tutta l'Unione è chiamata a uno sforzo supplementare per moltiplicare le commissioni che giudicheranno le richieste d'asilo.

Mentre gli sbarchi non si arrestano (tra ieri e oggi sono arrivati in Grecia 1662 migranti e altre centinaia sono sbarcate in Sicilia e Sardegna), la Commissione Europea ha reso noto che dal gigantesco campo profughi di Idomeni nessuno tornerà in Turchia. Al netto dei rifugiati, che rientreranno nel programma di ricollocazione fra Paesi Ue, i cosiddetti "migranti economici" giunti in Grecia da oltre due settimane non potranno essere rimandati in Turchia, ma solamente nei Paesi di provenienza e solo nel caso che questi ultimi siano considerati sicuri. Per giunta, molto spesso con questi Paesi mancano gli accordi bilaterali necessari, con il rischio che i migranti rimangano bloccati in Europa sine die.

La stessa Commissione Europea, inoltre, ha riconosciuto di non sapere quando la Grecia inizierà il rimpatrio degli irregolari, ipotizzando (ma non tassativamente) la data del 4 aprile, quando in Turchia dovrebbe iniziare il ricollocamento in Europa dei richiedenti asilo regolarmente registrati nei campi profughi.

Per accelerare il respingimento dei migranti sbarcati sulle isole greche il governo turco ha inviato nel Dodecaneso dei funzionari che dovrebbero affiancare quelli ellenici per lo smaltimento delle pratiche. Dalla Ue invece arriveranno ben 2500 funzionari europei tra poliziotti, giuristi e interpreti, con il compito di aiutare i 1500 uomini messi a disposizione dalla Grecia.

Le politiche europee in tema di diritto dei rifugiati hanno però incontrato le critiche del presidente turco Recep Erdogan, che ha ricordato come "se la Turchia dovesse prendere esempio dalla Ue, le frontiere anatoliche verrebbero chiuse ai rifugiati". Un modo velato per ricordare come la massa di persone che tenta di scappare verso l'Europa porterà inevitabilmente gli Stati europei a chiudere un occhio sulle violazioni del diritto d'asilo, esternalizzando alla Turchia la gestione delle deportazioni.

Una linea contro cui già protestano le associazioni per i diritti dei migranti.

@giovannimasini

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