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Scienziati riportano in vita vermi ibernati da 42.000 anni

Un'equipe composta da ricercatori russi ed americani è riuscita a riportare in vita dei vermi preistorici che erano rimasti congelati da 42.000 anni all'interno del permafrost siberiano.

Scienziati riportano in vita vermi ibernati da 42.000 anni

Il concetto di conservazione organica tramite ibernazione, o più precisamente crioconservazione, è stato per decenni una tematica ad appannaggio della fantascienza. Tuttavia, una scoperta pubblicata a maggio sul Doklady Biologic Sciences, e resa di pubblico dominio in questi giorni, potrebbe prefigurare scenari inediti per uno dei più ancestrali desideri dell'uomo, quello della vita eterna. Un'equipe costituita da ricercatori russi ed americani, provenienti dall'Istituto russo di scienze della terra di Mosca e dal Dipartimento di geoscienze dell'Università di Princeton in New Jersey, è infatti riuscita a riportare in vita alcuni vermi, risalenti al pleistocene, che da circa 42.000 anni erano rimasti intrappolati nel permafrost della Jacuzia, regione della Siberia nonché uno dei luoghi più freddi del mondo. I vermi, appartenenti a due diverse specie, il Panagrolaimus detritophagus ed il Plectus parvus, fanno parte dei cosiddetti nematodi, organismi invertebrati caratterizzati da un'incredibile adattabilità a svariati ecosistemi, compresi quelli più estremi come appunto il permafrost, il terreno ghiacciato tipico delle regioni a ridosso del circolo polare artico. Degli oltre 300 campioni di permafrost esaminati dagli scienziati, solo due contenevano esemplari di nematodi potenzialmente vitali: uno dall'età stimata di 32.000 anni trovato all'interno della tana di uno scoiattolo e un secondo, di circa 42.000 anni fa, proveniente da dei depositi alluvionali vicino al fiume Alazeya.

Come riportato dal Siberian Times, una volta prelevati gli organismi sono stati trasportati presso i laboratori dell'Università di Mosca, dove hanno subito il processo di risveglio, consistente in qualche settimana di permanenza ad una temperatura di 20 gradi centigradi. Terminato lo scongelamento, il gruppo di ricerca ha notato come i vermi iniziassero gradualmente a mostrare i primi segni di vita, arrivando perfino a muoversi e nutrirsi in maniera autonoma. Successivamente gli autori, nella relazione scritta correlata agli esperimenti, hanno commentato: "I primi dati raccolti dimostrano la capacità degli organismi multicellulari di entrare in stato di criptobiosi, ovvero una condizione dormiente, indotta da disposizioni ambientali estreme. Questa incredibile capacità suggerisce che i nematodi del Pleistocene possedevano meccanismi adattativi che possono avere valenza scientifica e pratica per campi come la criomedicina, la criobiologia e l'astrobiologia". Già da tempo erano note le proprietà di crioconservazione di alcuni organismi, tra cui diversi tipi di batteri, alghe, amebe, lieviti e spore di muschio, che anche dopo migliaia di anni trascorsi in stato dormiente sono in grado di risvegliarsi ripristinando perfettamente le proprie funzioni vitali. È la prima volta però che una caratteristica del genere viene riscontrata in esseri pluricellulari così complessi.

Proprio per poter comprendere meglio queste incredibili capacità di resistenza, può essere utile andare ad esaminare il caso di quello che ad oggi è l'organismo più vecchio del mondo riportato in vita, in confronto al quale i piccoli vermi siberiani potrebbero essere considerati dei giovincelli. Nel 2000 rivide infatti la luce del sole un batterio del genere Bacillus, che per 250 milioni di anni era rimasto intrappolato all'interno di alcuni cristalli di sale. Un evento che il ricercatore William Rosenzweig, dell'Università di West Chester in Pennsylvania, descrisse alla rivista Nature con le seguenti parole:"In condizioni avverse alcuni microrganismi sviluppano strutture molto resistenti, dette spore. Queste possono sopravvivere in condizioni ambientali difficili, come l'estremo calore. Possono resistere, con un metabolismo rallentato o addirittura annullato, o senza respirare fino a quando le condizioni ambientali non ritornano favorevoli.

A questo punto le spore germinano e viene prodotta una nuova cellula batterica".

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