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Tunisia, scontri esercito-Isis: almeno 45 morti

Grave il bilancio degli scontri tra l’esercito tunisino e militanti dell’Isis al confine con la Libia

Tunisia, scontri esercito-Isis: almeno 45 morti

Si aggrava il bilancio dei morti in Tunisia, dopo gli scontri tra l'esercito e i militanti dell'Isis al confine con la Libia: le vittime sono almeno 45, come riferisce il ministero della Difesa tunisino, precisando che tra le vittime, oltre a diversi jihadisti, ci sono anche civili, almeno 7, e due militari. Tra le vittime, secondo quanto riferiscono fonti sanitarie, ci sarebbe anche un ragazzino di 12 anni. Sei jihadisti feriti sono stati catturati. La situazione, conferma il ministero della Difesa, è ora "sotto controllo". Il premier tunisino Habib Essid ha convocato una riunione di emergenza con i ministri dell’Interno e della Difesa dopo l’attacco jihadista al confine con la Libia. Intanto nella zona è caccia ai terroristi riusciti a fuggire. Diverse unità militari anti-terrorismo sono state dispiegate nella zona e hanno perquisito casa per casa, quartiere dopo quartiere, la città di Ben Guerdane e la zona limitrofa alla frontiera con la Libia. Le autorità tunisine hanno imposto un coprifuoco notturno dal tramonto all'alba nella città di Ben Guerdan.

Secondo fonti della sicurezza, alcuni jihadisti sono riusciti a impossessarsi di un’ambulanza e a fuggire verso la vicina isola di Djerba, dove nel frattempo gli accessi sono stati chiusi, proprio come i varchi che portano verso le regioni del deserto meridionale tunisino. Nella zona ci sono elicotteri, veicoli militari e truppe speciali d’assalto, oltre ad agenti di intelligence e unità anti-terrorismo.

Intanto ieri si è appreso che il raid aereo compiuto dagli Stati Uniti in Libia nella zona di Sabratha contro lo Stato islamico (19 febbraio), in cui sono morte in totale 50 persone, è stato coordinato con la coalizione internazionale anti Isis. Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, parlando in conferenza stampa ad Algeri insieme al ministro degli Esteri algerino Ramtan Lamamra.

Secondo le autorità militari Usa, l'obiettivo del raid del 19 febbraio era un leader tunisino dell'Isis ritenuto legato ai due grandi attacchi dell'anno scorso in Tunisia: quello del 18 marzo al museo del Bardo a Tunisi, in cui morirono 22 persone, e quello del 26 giugno sulla spiaggia di Sousse, in cui furono uccise 38 persone.

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