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Adesivi, selfie e appelli "vip": le urne si trasformano in evento

Solo un «millennial» su cinque è sicuro di recarsi al seggio A invogliarli ci pensano social media, gadget e serate ad hoc

Adesivi, selfie e appelli "vip": le urne si trasformano in evento

Il messaggio è semplice: votare è cool, è figo, e il seggio è the place to be, il posto in cui essere. Negli Stati Uniti anche le elezioni sono un evento: gadget distribuiti ai seggi, selfie post-voto, telethon per motivare gli elettori a informarsi e dare la propria preferenza al candidato prediletto, che sia in corsa per un posto da deputato, senatore o governatore. C'è anche un augurio ad hoc: happy voting, buon voto. Tutto per sensibilizzare i più pigri a recarsi oggi alle urne o, se non l'hanno già fatto, a sfruttare l'early voting, la possibilità di votare anticipatamente per posta o di persona. Se non altro perché c'è una intera fetta di elettorato da riconquistare: i giovani.

Secondo i dati di Reuters-Ipsos, a ottobre solo il 25 per cento degli americani tra i 18 e i 29 anni era sicuro che avrebbe votato, la percentuale più bassa tra tutte le fasce d'età. Di qui gli appelli al voto delle celebrità, gli ultimi in ordine di tempo Leonardo DiCaprio, Brad Pitt e Rihanna. Che sembrano funzionare. Basti guardare al cosiddetto «effetto Taylor Swift»: nei quattro giorni seguiti alla presa di posizione della cantante del Tennessee a favore dei democratici, nello Stato di Nashville si sono registrati 413mila nuovi elettori, mentre nell'intero mese di settembre si erano presentati solo in 190mila. Altri cinquanta personaggi pubblici - da Jane Fonda a Charlize Theron, da Natalie Portman a Jessica Alba - hanno organizzato ieri sera Telethon for America, il primo evento apartitico che, a dispetto del nome, non vuole raccogliere soldi ma la promessa, da parte degli spettatori, di recarsi alle urne e di portarsi dietro i propri amici. La serata aveva come target proprio i più giovani, tanto che è stata trasmessa in diretta su Facebook e Youtube.

Ma il tentativo di rendere le elezioni, anche quelle di metà mandato, un'occasione pubblica e cool, da condividere con gli altri, non è nuovo. La moda di distribuire ai seggi gli adesivi con la scritta «I Voted», «ho votato», nasce negli anni Ottanta, e con il tempo gli Stati si sono sbizzarriti a disegnarne di personalizzati, come quello della multiculturale California, che è in 13 lingue diverse. Oggi, insieme a spille e braccialetti, sono il gadget perfetto con cui fotografarsi all'uscita dal seggio, per poi postare l'immagine online. Gli stessi social network l'hanno capito e per questa tornata elettorale hanno lanciato funzioni apposite. Instagram, ad esempio, ha realizzato un filtro a tema con cui si può decorare il proprio selfie con la scritta «ho votato» in inglese e spagnolo. Cliccandoci sopra si può anche scoprire qual è il seggio più vicino, così come su Snapchat, mentre gli iscritti a Facebook possono segnalare ai propri contatti di aver votato.

Quest'ultima opzione è stata attivata come esperimento per il voto di Midterm del 2010: secondo uno studio dei ricercatori di Facebook pubblicato sulla rivista Nature, l'iniziativa aveva spinto 340mila persone, che altrimenti non l'avrebbero fatto, a votare.

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