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Berlusconi stronca il M5s. "Potrebbero soltanto pulire i cessi a Mediaset"

Stoccata dell'ex premier: "Non conoscono la democrazia". E apre al Pd e al gruppo misto

Berlusconi stronca il M5s. "Potrebbero soltanto pulire i cessi a Mediaset"

Nostro inviato a Larino (Cb)

La temperatura è rovente, le scorie della seconda tornata di consultazioni non ancora smaltite. E allora una mossa decisa la fa Silvio Berlusconi che il giorno dopo il nuovo fallimento della trattativa tra Lega e Cinquestelle per la formazione del governo, torna a tuffarsi nella campagna elettorale per le regionali del Molise a sostegno di Donato Toma. Per la seconda volta nel giro di una settimana il Cavaliere torna in una terra di cui dice di essersi innamorato e che, a suo dire, «non ha nulla da invidiare alle località blasonate della Svizzera e dell'Austria». E lancia, prima a Larino poi a Casacalenda, una doppia stoccata ai grillini, chiudendo definitivamente la porta a una collaborazione con i pentastellati.

«Nelle mie aziende li prenderei per fare i fattorini o per pulire i cessi. Di Maio ha una buona parlantina, gli va riconosciuto, ma non possiamo affidare l'Italia a gente come lui». Insomma «nessun accordo è possibile con i Cinquestelle, un partito che non conosce l'abc della democrazia, che prova invidia sociale, formato solo da disoccupati e che rappresenta un pericolo per l'Italia». Berlusconi se la prende anche con il candidato molisano alla carica di governatore Andrea Greco. «È un ragazzo che ha fatto il cubista nei night e il tronista dalla De Filippi. Ora fa l'attore. Ma cosa volete che faccia per il Molise uno così?».

Berlusconi resta convinto che il centrodestra debba assumersi l'onere di formare un governo e andarsi a cercare i voti in Parlamento, cercando una ricucitura con il Partito democratico. «La coalizione di centrodestra potrebbe concretamente fare accordi con uomini saggi, con i parlamentari dei gruppi misti e anche esponenti del Pd. Sono contrario a un no secco al Pd, bisogna partire dai programmi».

Naturalmente la reazione di Matteo Salvini - che sul tentativo di trovare un terreno comune con i Cinquestelle ha investito forze e tempo - non è certo delle più entusiaste. E così, mentre i grillini provano a dividere il fronte del centrodestra usando persino la leva giustizialista alla luce della prima sentenza sul processo Stato-mafia, Berlusconi da Campobasso detta un comunicato che suona come un segnale spedito al Carroccio con cui ribadisce che l'unità del centrodestra è per lui fondamentale. «Abbiamo messo a disposizione la nostra esperienza di governo, la nostra competenza e credibilità internazionale nonostante i veti e gli insulti che da mesi ci vengono rivolti da parte di importanti protagonisti del movimento Cinquestelle» si legge. «Nonostante questo però, ancora una volta, M5s ha risposto mancando di rispetto a noi, ai nostri elettori e alla nostra storia, confermando i veti nei nostri confronti. In sostanza ci è stato detto di volere i nostri voti, ma non noi. L'unità del centrodestra non è mai stata in discussione e torno a ribadire che la nostra volontà è quella di un governo del centrodestra guidato da un premier indicato dalla Lega, in grado di ottenere in Parlamento la convergenza di una maggioranza. Dare vita a un governo del centrodestra che ottenga in Parlamento i voti necessari è quello che abbiamo proposto ai nostri alleati fin dal primo giorno dopo il voto».

Una rivendicazione di coerenza unita al rilancio di un percorso - la ricerca dei voti in Aula - che Salvini non sembra affatto intenzionato a percorrere.

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