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Così l'Emiro del Qatar si compra il cuore di Milano

Il sovrano di Doha proprietario del nuovo quartiere simbolo della città: l'area di Porta Nuova vale due miliardi di euro

Il fondo sovrano del Qatar è proprietario di un pezzo di Milano da 2 miliardi di euro. A tanto si stima il valore di Porta Nuova, la parte più moderno della città, quella «verticale»: dall'inizio del progetto qui si sono innalzati il grattacielo UniCredit di César Pelli (e di fronte, ora in costruzione, la struttura bombata del Pavilion, spazio polifunzionale dell'istituto di credito), le due torri del Bosco Verticale dello studio Boeri e quelle delle residenze Varesine, il palazzo-Ziggurat di William McDonough diventato sede di Google Italia. In tutto 25 edifici, e poi i bar e le vetrine di piazza Gae Aulenti, dove la vita continua anche di sera, a uffici chiusi.

Un intero quartiere del capoluogo lombardo, e non uno qualunque: 290mila metri quadrati in tutto, oggetto di una riqualificazione cominciata nel 2006 che ha trasformato la città, ne ha ridisegnato lo skyline, ha cambiato le abitudini di chi la abita e persino dei turisti, che ora per orientarsi cercano con gli occhi il «pennone» dell'UniCredit Tower più della Madonnina in cima al Duomo. Strategico anche al di là di Expo2015: qualcuno lo ha paragonato a La Défens e parigina, ( il più grande quartiere d'affari in Europa), ma qui siamo oltre, siamo nel centro e nella più grande area pedonale urbana di Milano.

Il passaggio di mani è frutto di una transazione avviata oltre sei mesi fa: Qatar Investment Autorithy, che da maggio 2013 aveva in portafoglio il 40per cento del progetto di sviluppo immobiliare, ha rilevato quote pari al 60per cento da altri soci, a cominciare da Hines Italia Sgr, Unipol, Coima (società immobiliare che fa capo alla famiglia di Manfredi Catella, ad di Hines Italia, ndr), il fondo pensioni Ttiaa Cref.

Quanto hanno ricevuto questi ultimi non è dato sapere: sul controvalore si mantiene riserbo, anche se Catella assicura che dalla transazione - definita «una delle più importanti degli ultimi tempi a livello europeo» - «nessuno degli investitori ha guadagnato meno del 30per cento». Con il 100% delle quote il fondo del Qatar diventa proprietario unico, ed è solo l'ultimo di una serie di recenti acquisti del Paperone del petrolio nel Belpaese: a Milano, a marzo del 2011 aveva già comprato l'hotel Gallia e la maison Valentino (assieme al marchio M Missoni, luglio 2012), a maggio del 2012 la Costa Smeralda in Sardegna.

L'Italia diventa il secondo Paese al mondo per presenza del fondo catarino dopo il Regno Unito, dove l'emiro comprò, tra le altre cose, i celebri magazzini Harrods da Al-Fayed. L'ad Catella ribadisce che per il futuro di Porta Nuova «non cambia nulla dal punto di vista del progetto», Coima continua a gestire property e project management.

Ma l'affare è senza precedenti, non paragonabile all'acquisto della Costa Smeralda, notano dall'Osservatorio immobiliare di Nomisma: «Parliamo di una zona strategica in una città rilevante del Paese, non di un'area relegata solo al comparto turistico». Un fatto «tanto unico nel panorama italiano che è difficile immaginare sia replicabile, proprio perché non si tratta di un singolo asset». Il giudizio pesa di più se si pensa che è formulato senza conoscere l'effettiva entità della transazione (qualcuno ipotizza che sullo sfondo ci sia un prezzo competitivo, più che un interesse strategico, viste anche certe voci sulle esigenze di liquidità di Hines Italia). E che i capitali arrivino da un Paese con posizioni non certo limpide sul fronte del terrorismo, dicono dal centro studi Nomisma, «è inevitabile: se si vuole allargare lo spettro non ci sono alternative ai fondi sovrani».

Twitter @giulianadevivo

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