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"Dibba" diserta l'evento M5S e attacca Di Maio: "Mi ha scaricato"

Pur invitato da Casaleggio, Alessandro Di Battista non ha partecipato al "Villaggio Rousseau" del M5S. Diserzione che spiega con l'indifferenza mostrata nei suoi confronti da molti colleghi, Di Maio compreso: "Luigi mi ha scaricato"

"Dibba" diserta l'evento M5S e attacca Di Maio: "Mi ha scaricato"

Da amici per la pelle a separati in casa. In poche settimane. È il destino di Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, che dopo avere condiviso per anni i palchi di mezza Italia, lunghi viaggi in macchina e in camper e dirette su Facebook dai palazzi del potere europeo, ora non si possono vedere. Lo scorso weekend, gli attivisti del Movimento 5 Stelle speravano di rivedere il Dibba a distanza di quasi un mese dalla sua ultima apparizione pubblica, l'intervista concessa a Giovanni Floris, a Dimartedì, il 12 febbraio. Da allora l'ex pupillo di Casaleggio è sparito nel nulla, ingoiato e digerito dalla delusione del Movimento che lo aveva convinto a lasciare il Sudamerica per tornare in fretta in Italia con due obiettivi: tirare la volata a Di Maio - e al M5S - per Regionali abruzzesi ed Europee.

Peccato che il valore aggiunto dato da Di Battista sia stato nullo. E nel Movimento se ne sono accorti in molti, compreso "Giggino". Nell'ultimo mese i rapporti tra i due padri padroni della baracca pentastellata sono rapidamente peggiorati. A spiegarlo lo stesso Dibba che, secondo La Stampa, si sarebbe sfogato in maniera privata con alcuni amici raccontando di essere stato presto "scaricato", "non difeso" e "usato" dal Movimento e dal suo capo politico, Di Maio. Sballottato nelle ultime settimane dalla questione Tav, schiacciato dall'egemonia comunicativa di Salvini e oscurato dalla pragmatica prudenza del presidente Conte.

Di Battista è scomparso. Un silenzio assordante, strano per uno come lui che aveva abituato a un tackle in scivolata dietro l'altro sulle gambe di mezzo mondo: Renzi, il Pd, la Lega, Salvini, l'Unione Europea e addirittura Macron. Toni accesi, urla, strepiti che avrebbero dovuto rilanciare un Movimento in calo di consensi da un anno esatto. Ma gli attacchi del Dibba sono stato inutili, altro che "martello in campagna elettorale" come l'aveva definito il deputato Sergio Battelli. Addirittura, per qualcuno le sue uscite poco ortodosse avrebbero finito per danneggiare il M5S.

Tra loro anche Di Maio, da amico del cuore a traditore.

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